OPINIONI

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Pubblicato il 27/11/2013

L’ITALIA DEI CIALTRONI


PALERMO – Gli sprechi dei corsi di formazione in Italia, in particolare al Sud, e in particolare in Sicilia, toccano delle punte comiche, ma la vicenda per le casse dello Stato è tragica: solo nell’isola negli ultimi dieci anni così sono stati buttati 4 miliardi di euro (dati Isfol-Italia Lavoro citati da Francesco Giubileo su “lavoce.info”).

Scrivono Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sul Corriere del Mezzogiorno.

“«Ma cosa addestrano: astronauti?!» sbottò uno degli ispettori europei. Neanche l’addestramento di un astronauta, però, sarebbe costato quanto quello d’un apprendista «formato» dal Ciapi di Palermo. Costo del progetto «Consulenza, Orientamento e Apprendistato»: 15.191.274 euro. Apprendisti avviati al lavoro: 18. Complimenti: 843.959 euro ad apprendista.

[…] Si pensi che per la «promozione, sensibilizzazione, informazione, diffusione» del progetto furono distribuiti 3.794.856 euro a due o tre figuri nei dintorni del discusso uomo d’affari Faustino Giacchetto non solo «senza espletare alcuna gara a evidenza pubblica o indagini di mercato», ma persino senza ricevute, tanto che fu risposto ai commissari che «non potevano essere esibiti tali documenti, perché non esistenti». […] La poltiglia politico-affaristica del Ciapi, che arrivò a dotarsi di una sede a Buenos Aires (azzardiamo: corsi di formazione al tango e alla milonga?), è però solo uno degli esempi del degrado della Formazione.

[…] Quanto sollievo ha dato «questa» formazione ai giovani meridionali disoccupati? Poco. Per contro, ha scritto Antonio Fraschilla, ha fatto sprecare centinaia di milioni in «corsi con uno o due allievi» o peggio in progetti per «formare più massaggiatori shiatsu che saldatori, più barman acrobatici che falegnami, più esperti in “regole del vivere civile” che elettricisti, più badanti che tornitori». Per non dire dei corsi di «internet e posta elettronica» (spericolata incursione avveniristica…) e poi di «body dream massage», di «problem solving», di «comunicazione e gestione dei conflitti», di «yacht designer» o «merletto macramè».

[…] «Al mio insediamento gli enti accreditati erano oltre 1.600 con 2.200 sedi operative», scrive in una lettera al neoeletto Rosario Crocetta, nell’ottobre 2012, Ludovico Albert, il dirigente piemontese chiamato l’anno prima a Palermo da Raffaele Lombardo, disperato per i conti. Era l’albero della cuccagna, quello della Formazione. […]

[…] Ogni anno la Regione dava appuntamento a tutti con il Prof, il Piano regionale dell’offerta formativa. A quel punto accorrevano sciami di enti seri e cialtroni, e c’era chi proponeva corsi per registi di cortometraggi e chi corsi per housekeeper (domestiche: ma in inglese suona tutto più manageriale), chi per «operatori olistici del benessere e del massaggio» e chi per «tecnici del trucco e parrucco dello spettacolo e cinematografico», chi per «artisti polivalenti» e chi per «esperti in scrittura creativa per i multimedia», chi per «istruttori di Pilates», un metodo «che incoraggia l’uso della mente per controllare i muscoli» o ancora per addetti «alle torrette d’avvistamento e spegnimento incendi» del parco delle Isole Egadi… «Ma il parco esiste?» chiederete voi. No. Un giorno o l’altro, però…”

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