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Pubblicato il 05/08/2021

LO SPAZIO AI PRIVATI – BEZOS CONTRO BRANSON – ORGASMI SPAZIALI – – SUORE NUDE AL SOLE

Il fatto quotidiano del 5 agosto 2021


Bezos contro Branson: orgasmi spaziali, larve e suore nude al sole


di Daniele Luttazzi | 5 Agosto 2021
Sfide spaziali. Il 20 luglio scorso, Jeff Bezos è entrato nella leggenda: si è fatto un giro di 11 minuti nello spazio a bordo della razzo-navetta New Shepard per inaugurare i voli spaziali turistici della Blue Origin, la sua compagnia aerospaziale. A bordo, oltre a Jeff Bezos, c’erano suo fratello Mark, l’82enne Wally Funk e il 18enne Oliver Daemen. Quando la navetta è arrivata a circa 100 chilometri di altezza, oltre la linea di Kármán, che è il confine tra l’atmosfera terrestre e lo spazio, i passeggeri hanno sperimentato per tre minuti l’assenza di gravità. Avrebbero potuto anche godere di un panorama unico del nostro pianeta (tra l’altro, dagli oblò più grandi mai realizzati per una capsula spaziale), ma erano presi dall’esperimento segreto di Bezos: fare sesso in tre con l’82enne Wally Funk. Bezos non era riuscito a nascondere la sua eccitazione per l’evento imminente: era sembrata spropositata, per un viaggetto di 11 minuti anda e rianda. Adesso è tutto chiaro. L’orgia è continuata mentre la navetta si rituffava nell’atmosfera terrestre, ed è terminata poco prima dell’atterraggio paracadutato. Nel filmato si sentono chiaramente le esclamazioni di entusiasmo dell’82enne Wally Funk nell’istante in cui i due Bezos e il ragazzo escono i loro uccelli: bit.ly/3fmXtxr, a 1h 45”14”. All’uscita dalla capsula, Wally Funk era euforica, il suo entusiasmo incontenibile, pareva una ragazzina: un bukkake nello spazio non capita tutti i giorni. Il grande sconfitto è Richard Branson, che dieci giorni prima aveva fatto un volo con il suo spazioplano Unity 22, anticipandone la partenza per battere il rivale. Il suo volo, però, sottolinea il Washington Post, è stato solo suborbitale, ovvero a circa 86 chilometri di altezza; e soprattutto senza sesso. Al ritorno della Unity 22, inoltre, pare che uno dei passeggeri, l’ingegner Colin Bennett, sia risultato introvabile. “Non abbiamo la più pallida idea di cosa gli sia successo”, ha commentato Branson allo sbarco, visibilmente in imbarazzo. Messo a tacere anche l’incidente dell’atterraggio: la Unity 22, dopo essere scesa sulla pista di uno spazioporto in Nuovo Messico, non ha frenato in tempo, ed è finita dentro il chiostro di un convento lì vicino, dove delle monache di clausura simili a Edwige Fenech e a Carmen Villani stavano prendendo il sole nude. Come se non bastasse, la Unity 22, durante il volo, pare sia stata investita da una nube di origine incerta, e adesso monache ed equipaggio, Branson compreso, ospitano sotto la pelle larve non identificate e potenzialmente letali. Ne è seguita una degenza in quarantena nell’Area 51, durante la quale le uova depositate dalle larve hanno dato origine a forme di vita di cui gli scienziati della Virgin Galactic, la compagnia aerospaziale di Branson, sono ragionevolmente certi avrebbero potuto dimostrare l’inoffensività, se quelle non fossero riuscite a scappare immediatamente dall’edificio in cui erano custodite. “Sarebbe stato meglio spendere tutti quei soldi in party con supermodelle sul mio megayacht”, avrebbe commentato Branson. “Magari è quello che farò d’ora in poi”. Il volo di Bezos, invece, è stato un successo da ogni punto di vista. “È una pietra miliare per la società e un momento storico per la nuova industria spaziale commerciale”, ha detto il Ceo di Amazon. “Sempre che uno possa permettersi il biglietto”. IO: “Quanto costa?”. BEZOS: “Quanto hai?”. Le richieste, comunque, non mancano. La Blue Origin avrebbe già venduto un viaggio a quelli di Stellantis: vogliono inviare nello spazio una Duna del 1985. Un’idea di Lapo. Anche Trump vorrebbe comprare un volo: “Mi serve per trasportare lassù dei grossi blocchi di cemento. Cazzi miei”.

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