OPINIONI

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Pubblicato il 13/07/2019

LUGLIO 1943- LUGLIO 2021 – ANNIVERSARIO DELLO SBARCO ANGLOAMERICANO IN SICILIA : PRIGIONIERI ITALIANI E TEDESCHI TRUCIDATI

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La Sicilia in questi giorni ricorda lo sbarco americano in vari luoghi, con incontri e rievocazioni. Siamo certi che ricorderanno le stragi di prigionieri italiani e tedeschi passati crudelmente per le armi dalle truppe del generale Patton.



PARMA- Nel luglio del 1943 Gela fu teatro di uno sbarco angloamericano.3500 Militari italiani  morirono in due giorni.
Gli scontri della Battaglia, dopo la prima conquista angloamericana e la nuova controffensiva, terminarono nel primo pomeriggio del 12 luglio con la ritirata degli italiani e dei tedeschi e con la cattura da parte degli americani di quasi 20.000 prigionieri.


Le truppe americane erano comandate da Patton e contro di loro  c’erano la fanteria della divisione Livorno e della divisone H. Göring. Una sanguinosa battaglia che durò due giorni nel corso della quale vi furono migliaia di caduti, di cui circa 3.500 italiani, 3.000 americani e 650 tedeschi. La flotta che partecipò allo sbarco in Sicilia era più numerosa di quella che fu utilizzata per lo sbarco in Normandia.
Sul sito di ponte Dirillo, ubicato sulla SS 115 fra Vittoria e Gela, si trova una lapide che ricorda il combattimento di un’unità di paracadutisti della 82° Divisione americana che avvenne nella notte del 10 luglio 1943.
Con queste righe vogliamo ricordare i 3500 italiani e 650 tedeschi che hanno combattuto e sono morti in quelle battaglie.


ITALIANI E CIVILI PASSATI PER LE ARMI SENZA MOTIVO DOPO LA CATTURA

Riportiamo alcuni degli episodi dove sono reperibili testimoniance concordanti certificate anche dalla giustizia americana.
In alcuni casi gli imputati americani attribuirono la loro violenza all’incitamento del generale Patton, che li aveva incoraggiati ad uccidere ogni italiano che si fosse arreso.


un gruppo di 34 avieri italiani dell’aereoporto di Santo Pietro , armato con i moschetti 91, e 2 tedeschi, fu preso prigioniero. Uscirono dal rifugio con le mani alzate, con un fazzoletto bianco in segno di resa. Ai prigionieri furono tolti vestiti, scarpe, oggetti di valore e subito furono messi in fila per essere fucilati per ordine del capitano John Compton. Di questo gruppo si salvarono solo due militari italiani (il caporale Virginio De Roit e il soldato Silvio Quaggiotto) che ai primi colpi riuscirono a darsi alla fuga e a nascondersi presso il torrente Ficuzza.

Altre stragi americane erano avvenute il 12 luglio a Vittoria con la fucilazione di 12 tra prigionieri e civili e continuarono nelle giornate seguenti con la stessa virulenza a Comiso, dove furono uccisi 60 soldati tedeschi e 50 soldati italiani che si erano arresi. A Piano Stella, in provincia di Agrigento, il 13 luglio fu trucidato un gruppo di contadini. Così come a Canicattì, dove furono uccisi 8 civili per mano di un ufficiale americano, a Butera e poi nelle vicinanze di Palermo.

Solo il 14 luglio 2012, sessantanove anni dopo una delle stragi , nella località di Santo Pietro, viene scoperta una lapide con i nomi di tutti gli uccisi, settantadue italiani e quattro tedeschi.

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