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Pubblicato il 11/02/2018

MACERATA: LA VERGOGNA DEI CORI CHE VOGLIONO LE FOIBE

IL GIORNALE
E lo fanno durante quello che dovrebbe essere un corteo antifascista, contro la violenza e le discriminazioni. Durante la manifestazione a Macerata contro la folle caccia all’immigrato di Luca Traini, la sinistra ci casca ancora. E sulle note di una canzone della Carrà, gli antagonisti di “Aktion Antifaschisriche” e i centri sociali del Nord Est deturpano il Ricordo di chi fuggì dalle vessazioni del regime di Tito. Vicino a loro (senza intonare il canto) sventolano le bandiere dell’Anpi, di Emergency, di Libera, della Fiom, dell’Arci, di Rifondazione comunista, di Potere al popolo e di alcune associazioni di migranti.

Non è una novità, purtroppo. E pensare che il giorno del ricordo è stato istituito per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe”. Per qualcuno – è evidente – non è così. Il 10 febbraio diventa infatti ogni anno occasione per calpestare la tragedia degli italiani uccisi. Non c’é spazio per loro. Non c’é targa o minuto di silenzio per quei comptrioti massacrati dal rossissimo Tito. Rispediti (nuovamente) in quella fossa carsica che li inghiottì nel 1943.

Volete qualche esempio? Il Pd a Torino voleva impedire il raduno di CasaPound e Forza Nuova con la scusa fossero indette da associazioni “fasciste”. “Chiediamo una parola netta e forte su una manifestazione che è organizzata da formazioni che hanno espresso solidarietà al pazzo di Macerata e che rischia di trasformarsi in un corteo fascista”, ha strillato il segretario provinciale del Pd Mimmo Carretta. L’Anpi gli ha fatto eco: celebrazioni da vietare “per il carattere neofascista in base alla norma della XII disposizione della Costituzione e delle leggi Scelba e Mancino”. Ad Ancona una delegazione di centri sociali ha occupato Palazzo Camerata per fermare il comizio del partito di destra e ha chiesto l’annullamento del corteo del 10 febbraio. Certo, Debora Serracchiani ha preso le distanze dai “cori scandalosi” di Macerata, perché “calpestano morti innocenti e tradiscono gli ideali della Resistenza”, ma in tutta Italia le opposizioni al giorno delle foibe sono numerosissime.

Sempre a Torino hanno ben pensato di infangare con una bomboletta di vernice la lapide in ricordo dell’esodo dei Giuliano-Dalmati: “In Istria i fasci stupravano”, hanno scritto a caratteri cubitali. A Seriano (Milano) in un volantino che pubblicizzava la conferenza indetta dall’Anpi dal titolo “Fascismo, Foibe, Esodo” si parlava delle vittime, ma non di comunismo. A Orvieto hanno organizzato una mostra fotografica sugli orrori delle truppe di Mussolini – guarda caso – in Jugoslavia. A Tivoli invece Fratelli d’Italia è insorta ed ha espresso “sconcerto e rammarico per la condotta del sindaco Giuseppe Proietti e dei suoi consiglieri, che nonostante si fossero impegnati con una mozione votata a larga maggioranza ad intitolare una piazza o una via ai Martiri delle Foibe, ad oggi non ha ancora dato seguito agli impegni presi con i cittadini”.

Spesso se la protesta e il dialogo non bastano, si arriva addirittura alle mani. Nella città di Sant’Antonio i contestatori hanno provato ad avvicinarsi a Palazzo Nassiriya di piazza Capitaniato (dove si teneva un incontro di Fratelli d’Italia sulle foibe) e di fronte al blocco dalle forze dell’ordine sono passati all’attaccato degli agenti, anche loro considerati “fascisti”. “Si getta fango sui partigiani e gli jugoslavi, descrivendoli come assassini. Non si dice invece che gli italiani per anni hanno occupato la Jugoslavia”, ha detto una giovane di sinistra a Il Mattino di Padova. Violenze anche a Pavia durante l’evento organizzato dall’Associazione Culturale Recordari. Un gruppo di 50 persone dei collettivi di sinistra ha tentato di aggredire un folto gruppo di persone riunite per una commemorazione. Passando per una via laterale alla piazza in cui si stava volgendo l’evento, i manifestanti hanno tentato il blitz. La polizia è riuscita ad allontanarli evitando il peggio.

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