CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 11/02/2015

MAGDI ALLAM: SONO LE MOSCHEE IL CAVALLO DI TROIA DEGLI ISLAMICI CHE CONQUISTANO L’EUROPA E L’ITALIA

PAVIA- Si è tenuta ieri sera una affollata conferenza di Magdi Allam, dal titolo “Non perdiamo la testa: il dovere di difenderci dalla violenza dell’Islam” omonimo di una recente pubblicazione di Allam.

«Non siamo qui per caso, siamo qui perché c’è una guerra in corso – esordisce il giornalista -. Il 7 gennaio a Parigi, con l’attacco a Charlie Hebdo, c’è stata un’azione di guerra perpetrata da terroristi islamici con cittadinanza europea». Il nemico «è dentro casa nostra», prosegue, sottolineando che il pericolo più subdolo è rappresentato dalla proliferazione di moschee e centri studi e di formazione «che hanno accreditato in Europa il reato di islamofobia». In altri termini, secondo Allam, vige nel nostro continente il «divieto assoluto di criticare l’Islam come religione». Allam non nega le responsabilità dell’Occidente nell’individuare le cause delle degenerazioni estremiste: «Nel 2005, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna prendono atto che le guerre iniziate in Afghanistan sono fallite e decidono di fare un’intesa con i Fratelli Musulmani che chiedono e ottengono legittimazione politica». Quanto accaduto nel 2011, con l’avvento della cosiddetta Primavera araba, è quindi «la più grande menzogna mediatica della storia contemporanea». Spiega infatti: «È stato consentito l’avvento dei Fratelli Musulmani in Egitto e la destabilizzazione del Medio Oriente. Iraq Siria e Libia non esistono più come Stati nazionali e vengono controllati da una miriade di organizzazioni armate. Il risultato di queste strategie è che oggi c’è un sedicente stato islamico dell’Isis, con 12 milioni di persone, che controlla una sessantina di pozzi petroliferi e attrae aspiranti terroristi islamici da ogni parte». La paura – aggiunge – è la vera forza dei guerriglieri dell’Isis: «L’11 settembre è stato compiuto senz’armi: l’arma erano loro stessi, era la loro determinazione». Prioritario è quindi scardinare «i luoghi che possono essere moschee o siti Internet attraverso cui si propaganda la guerra santa». Le atrocità commesse «sono prescritte dal Corano»spiega Allam. Il rischio che l’Europa corre è anche quello della colonizzazione: «Su 500 milioni di abitanti dei 28 Paesi Ue solo il 16 per cento ha meno di 30 anni, sul versante islamico sono l’80 per cento: dobbiamo sperare che accada un miracolo demografico». Arriva così alla conclusione: «Non vogliamo discriminare nessuno, ma nemmeno essere costretti ad auto-discriminarci». Il dibattito prosegue a lungo partecipato e, tra i tanti temi toccati, il relatore torna sulle moschee: «Dobbiamo assicurarci che tutti i luoghi di culto islamici operino nel pieno rispetto delle leggi e che al loro interno si parli la lingua italiana, perché diversamente la moschea rimane uno Stato nello Stato e finisce per diventare ostile allo Stato stesso»

Leggi anche