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Pubblicato il 17/10/2014

MAGISTRATURA: LA VESPUCCI VA MESSA “A NORMA” . PIOGGIA DI AVVISI DI GARANZIA AI VERTICI MILITARI

La vespucci è in bacino per manutenzioni, ma sembra che dovrà anche agiungere dispositivi per la sicurezza dei nocchieri alle manovre alle vele. La morte di Alessandro Nasta, precipitato dall’albero di maestra a 15 metri di altezza, ha generato a sette avvisi di garanzia da perte della magistratura, e sembra abbia dato luogo all’adozione di un sistema di ritenuta là dove gli allievi sui pennoni ne erano sprovvisti: nel passaggio dalle ‘griselle’ (i cavi di acciaio che funzionano da scala) alla ‘coffa’ (il crocevia sull’albero) per poi posizionarsi, assicurati ai pennoni, per l’esecuzione delle manovre.

Tra gli indagati ci sono anche l’attuale capo di Stato Maggiore della Marina militare Giuseppe De Giorgi e quello della Difesa, già della Marina, Luigi Binelli Mantelli.

Il procuratore Gianfranco Amendola ha concluso le indagini notificando l’avviso, oltre che agli ammiragli De Giorgi e Binelli Mantelli, anche all’ammiraglio Bruno Branciforte (anche lui in passato capo di Stato Maggiore della Marina); a tutti è contestato l’omicidio colposo in concorso col comandante, all’epoca, della nave, Domenico La Faia, e quello in seconda Marco Grassi.

La tragedia avvenne mentre la nave era in navigazione al largo dell’Argentario. La Faia avrebbe avuto il torto di aver assegnato a Nasta «il compito di operare in alberata senza accertarsi delle sue condizioni di salute psicofisica», visto che il marinaio aveva già lavorato nel turno precedente ed era quindi «smontante». Grassi non avrebbe consegnato a Nasta e agli altri lavoratori «i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale».

De Giorgi, nella veste di comandante del comando in capo della Squadra Navale, avrebbe «omesso di redigere il documento di valutazione dei rischi in collaborazione con il rappresentante dei lavoratori, e di aggiornarlo e rielaborarlo successivamente all’accaduto nella sua immediatezza».

De Giorgi, Branciforte e Binelli Mantelli, quali vertici della Forza Armata avrebbero omesso di verificare e accertare l’applicazione di una circolare sulla valutazione dei rischi presso le strutture e i comandi intermedi dipendenti. Il comandante subentrante del Vespucci Curzio Pacifici e il capitano Marco Filzi, stando al capo di imputazione, non avrebbero effettuato, successivamente alle tragedia, fino all’ottobre 2012, la valutazione dei rischi e assolto gli adempimenti previsti dalle norme antifortunistiche.

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