ADDESTRAMENTO

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Pubblicato il 30/07/2010

MARCIA DI NJIMEGA: IL RACCONTO DI CHI L’ HA FATTA


Bruno Horn la mattina del secondo giorno di marcia. Lo sguardo allucinato parla da solo…

PARMA- Bruno Horn, paracadutista ANPDI di Como, riservista sottufficiale svizzero e redattore della prima ora del nostro sito, ha partecipato con l’esercito svizzero alla Marcia di Njimega. 160 Chilometri in Olanda. Non mi dilungo Leggete la sua cronaca


L’ESERCITO SVIZZERO ( E IL SITO CONGEDATIFOLGORE) ALLA MARCIA PIU’ ANTICA DEL MONDO

Preparazione alla marcia – Heumensoord – 19-07-2010

Di Bruno Horn
Dopo un viaggio attraverso l’Europa in bus eccoci di nuovo a Heumensoord a ultimare i nostri preparativi per la 4 giorni di Nijmegen.
La domenica è stata dedicata alla visita di Amsterdam dato che abbiamo scoperto che il viaggio in treno per arrivarci non era così terribilmente lungo.

Oggi siamo in preparazione, le previsioni del tempo non sono terribili anche se le temperature pronosticate stanno temibilmente aumentando con l’avvicinarsi del momento della partenza.
Siamo passati da un primaverile 20-23°C previsti nel pomeriggio di domani a un aumento di previsione fino a 32°C secondo le ultime previsioni.
La partenza entro le 05:30 dovrebbe però evitarci il peggio visto che il picco è previsto per le 16:00.

La sorpresa è venire a sapere che il percorso del martedì copre 44 km.
Per gli altri giorni non che siamo messi proprio bene, mercoledì prevede 36 km, giovedì 39 km e venerdì 44 km includendo il bouquet finale della marcia in città che avverrà con picchettaggio completo e non più in tenuta leggera senza zaino.

Heumensoord ha subito una nuova trasformazione e la sorpresa dell’anno 2010 è che la tenda delle donne è stata abolita con ogni contingente che mantiene delle separazioni interne al loro acquartieramento.
Gli unici che tengono una separazione rigorosa con guardia all’entrata del quartiere femminile sono gli inglesi visto che i cadetti e le cadette sono pur sempre minorenni.

Il nostro gruppo è stato suddiviso in due tronconi per via di alcune assenze che ci hanno posto sotto il limite per essere definito gruppo e i ticinesi sono stati assegnati al gruppo di marcia del battaglione fanteria montagna 112.

L’atmosfera al campo è tranquilla in visione della partenza di domani, tutti stanno preparando i propri pacchettaggi e riposando finché possono.

Il controllo dei passaggi non avverrà più per gruppo su una carta portata dal capo gruppo contando le teste ma rilevando il passaggio del marciatore individuale tramite un codice a barre riportato su un braccialetto che non si può più togliere per tutta la settimana.

Domani vedremo se la preparazione è stata giusta e sufficiente.


1° Giorno – Bemmel – 20-07-2010

Le fresche mattinate dei giorni passati sono uno sogno, la partenza ci vede sudare a 22°C già alle 04:15, il giorno prima eravamo a 11°C.
Il percorso è quello degli altri anni se non per alcune piccole correzioni per alcune tratte riservate ai militari.
Il gruppo con il quale marciamo ha una velocità molto alta e questo ci mette un poco in crisi.
La lunghezza della tratta del primo giorno, 44 km, ci costringe a una lunga permanenza sull’asfalto e questo non è molto incoraggiante dato che le previsioni, passate da 24°C di massima date sabato, ai 35°C di massima comunicatici il lunedì, ci danno la percezione che ci sarà da sudare.
Un nostro elemento va in crisi per il caldo che, coadiuvato da una scelta rivelatasi sbagliata di calzatura, porta a una generale infiammazione di ambedue i piedi.
La festa al bordo delle strade è come sempre grande, musica e incoraggiamento vengono offerti copiosamente, come pure sostegno liquido e solido, mi sa che il consumo di cetrioli, mele e frutta in genere subiscono un picco immenso nella settimana delle marce nella regione.
Arriviamo al campo ben cotti e la sessione di idratazione alla tenda della birra è una buona cosa.

2° Giorno – Wijchen – 21-07-2010

Altra giornata calda, purtroppo il nostro elemento con i piedi cotti non ha potuto prendere il via, non è riuscito neanche ad indossare il secondo paio di scarponi più larghi che si era portato in previsione di un eventuale rigonfiamento dei piedi.
Il secondo giorno vede pure lui le partenze anticipate di un’ora per via del caldo atteso e il vento caldo africano che spira alle 04:45 non ci incoraggia molto, sembra che nella regione si stia raggiungendo una situazione di emergenza acqua.
Il percorso è stato pesantemente variato e offre la giornata più corta, 36 km, il che ci aiuta un poco psicologicamente.
Uno svago è l’identificare la nazionalità dei militari sulla tratta riconoscendo le divise, è qui che vediamo il rappresentante sloveno (unico), due italiani che non sapevano neanche uno dell’altro, un ghanese con mimetica zebra juventina bianco-nera e un bel gruppetto dal Qatar riconoscibili per il taglio cortissimo ma barbe lunghissime, sembrano un poco sopraffatti dalla festa e dal percorso.
Peccato che alla fine sia stata tolto l’attraversamento del centro di Nijmegen con un nuovo percorso che conduce lungo il porto dove la gente non è molto presente, il piccolo contentino tra il porto e la piazza dell’arrivo dei civili non è così bello come era il passaggio nella strettoia dei bar pieni di spettatori in festa.


3° Giorno – Groesbeek – 22-07-2010

Dopo la minitappa di ieri, ecco quella più dura.
Si parte alle 04:40 per essere al 30mo km al cimitero militare canadese di Groesbeek entro le 10:45 per la cerimonia con tutta la delegazione, o chi ce la fa, presente.
Il bello che pure quest’anno partiamo dopo i canadesi che fanno la cerimonia un’ora dopo di noi.
Partenza al fulmicotone per anticipare l’arrivo dei civili al congiungimento dei percorsi pochi km dopo la partenza, risultato è che restiamo imbottigliati lo stesso visto che i civili hanno anticipato la partenza di 30 minuti.
Raggiungiamo il punto di ristoro ai 20 km in buon tempo anche grazie alla temperatura favorevole, il vento caldo ha cessato di soffiare e si respira molto meglio anche se l’umidità non scherza.
Da questo punto inizia quello che scherzosamente viene definita la tratta degli svizzeri per alcune colline che portano fino a Nijmegen, altezza complessiva di 138 metri suddivisi su 7 colline.
Su una di queste, poco più di un kilometro oltre il centro di Groesbeek, è situato il cimitero canadese che custodisce quasi 2400 caduti delle battaglie della fine della 2° GM.
Peculiare è che molte salme vi furono portate su ordine di un generale canadese che decise che nessun caduto canadese dovesse restare sepolto in territorio tedesco, pertanto molti caduti furono trasportati dopo il conflitto in questo posto.
La cerimonia svizzera è molto semplice, il battaglione sull’attenti depone una corona e poi, dopo una breve lettura, individualmente ogni elemento della delegazione si reca su una tomba a caso per deporre una rosa.
Io ho deposto la mia sulla tomba del soldato Molnar, morto proprio negli ultimissimi giorni del conflitto.
Non di rado si notano sguardi lucidi all’uscita del cimitero.
Il resto della giornata è un aperitivo delle feste del giorno dopo con gente al bordo strada fino a Nijmegen, dove noi lasciamo la tratta comune e attraverso alcuni quartieri di case raggiungiamo Camp Heumensoord dove si ha lo spettacolo delle entrate dei gruppi alla tenda della birra, oggi è l’ultima volta che si arriva direttamente al campo e ogni delegazione crea una coreografia, con maschere di protezione i danesi, con divise strappate alcuni olandesi e altro ancora, la nostra ci vede arrivare come degli storpi per “resuscitare” dopo aver bevuto una birra, come la pozione magica di Asterix.


4° Giorno – Kuijk – 23-07-2010

Finalmente siamo arrivati al grande giorno, abbiamo impacchettato la divisa pulita e il basco per il corteo finale.
Sappiamo che l’ultima tratta verrà fatta con il pacchettaggio e non come gli altri anni che ci vedevano lasciare lo zaino a Camp Charlemagne.
Il sistema di lettura dei braccialetti si è rivelato un poco funzionante e adesso siamo tornati alle carte di punzonatura ma individuali e all’arrivo di un gruppo ben inquadrato si assiste a una sciamatura alla ricerca di un volontario con pinza punzonatrice.
Temperatura finalmente nella norma locale e si prosegue bene fino a Grave dove io sviluppo un fastidioso dolore all’anca che mi impedisce di marciare decentemente, fortunatamente alla fermata dei 20 km il medico della delegazione mi somministra un prodotto proprio concepito per le articolazioni e dopo 20 minuti sono come nuovo, visto che la pausa è durata proprio quel tempo, riparto benissimo.
Ri-incontriamo i nostri amici del Qatar che adesso sono entrati nello spirito della manifestazione salutando a destra e a sinistra e cantando una loro canzone di marcia che tradotta sarebbe definitivamente poco riportabile al pubblico generale.
Avevo capito che era qualcosa di ribaldo dalle risate che si facevano nel riprendere i ritornelli.
Una nostra collega purtroppo non può approfittare di tali aiuti dato che il giorno prima si è rovinata abbastanza i piedi e le vesciche non aiutano ogni volta che si riparte, per questo la nostra andatura non supera i 6 km/h.
La pausa ai 30 km è a Kuijk, dopo il passaggio di un ponte di barconi costruito appositamente dai genieri della Koninklijke Landmacht e siamo gli ultimi svizzeri, gli altri sono partiti come furie per riposarsi a Charlemagne ma noi crediamo che raffreddare troppo i muscoli in un riposo di due ore non sia la cosa migliore.
Raggiungiamo questa destinazione 30 minuti prima della partenza della sfilata, proprio il tempo per cambiarsi di tenuta e indossare una tenuta asciutta e non striata di sale e il basco.
Tutto viene ricaricato nel sacco e si riparte.
A questo punto notiamo che la proverbiale organizzazione svizzera è veramente caduta in basso dato che si è dimenticata la bandiera del battaglione e allora marceremo solo con i gagliardetti dei gruppi in testa.
I 5 km della sfilata sono molto faticosi, 5 km al passo cadenzato con la banda della polizia di Berna che si danna per farsi sentire e permetterci di tenere il passo e migliaia di olandesi che hanno per solo obbiettivo quello di far sbagliare il passo.
L’arrivo ci vede abbastanza demoliti anche se contenti e al rientro con bus a Heumensoord vengo colpito da un calo di pressione che mi fa praticamente crollare all’arrivo al campo.
Dieci minuti per riprendermi e sono di nuovo in ordine per ricevere i saluti del capo delegazione, Col Rita Eymann, che si complimenta con tutti i partecipanti.
La solita birra, una doccia e in poco tempo dobbiamo metterci in tenuta d’uscita per la cerimonia di chiusura della nostra delegazione durante la quale riceviamo pure i complimenti del Div Marco Cantieni che ha seguito tutta la manifestazione e che ha pure marciato con un gruppo al terzo giorno.

Alla partenza eravamo 164 svizzeri e 3 si sono ritirati, una buona prestazione se pensiamo alle temperature estreme di quest’anno.

In totale si sono visti 4’393 militari in marcia.

La partecipazione svizzera non è più sicura come gli anni precedenti e il bilancio militare non permette più di partecipare se non raggiungiamo numeri di partecipazione più alti, quest’anno si parlava di almeno 175 marciatori, la logistica è uguale e lo sforzo che dovranno fare i gruppi nei prossimi mesi sarà di reclutare nuovi marciatori per fare sì che la partecipazione l’anno prossimo sia apprezzata.

Mi sa che dovremo pure iniziare a cercare sponsors per la partecipazione svizzera a livello di delegazione.

Adesso a curarmi i piedi dopo il viaggio di ritorno con rigonfiamento delle estremità fino a sembrare zamponi ripieni.


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