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Pubblicato il 25/04/2014

MEDAGLIA D’ORO A ROMA PER I FATTI DEL 1848 E NON PER LA RESISTENZA


LA MEDAGLIA D’ORO ALLA CITTA’ DI ROMA


Che ne sarà del «soprassoldo di Lire millecinquecento annue», annesso al conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare fatto alla Città di Roma in data 7 febbraio 1949? Sarà stato aggiornato o si sarà perso nella notte dei tempi?

Certamente non si è persa la motivazione per l’alto riconoscimento dato alla Città Eterna. Con un po’ di pazienza e la collaborazione del Gruppo Medaglie d’Oro, abbiamo penetrato l’alone di mistero che sembrerebbe circondare la cosa e siamo venuti in possesso della copia del Decreto presidenziale di conferimento dell’alta ricompensa militare inviata al citato Gruppo dall’amministrazione capitolina, retta all’epoca dal sindaco Salvatore Rebecchini.

La proposta di concedere l’onorificenza fu avanzata dall’allora Ministro Segretario di Stato per gli Affari della Difesa, Randolfo Pacciardi e l’atto di conferimento venne registrato dalla Corte dei Conti il giorno successivo a quello della concessione a firma di Tempesti.

L’unico elemento che andrebbe chiarito è sapere il perché la Medaglia d’Oro al Valor Militare concessa alla città di Roma si afferma da più parti sia per meriti “resistenziali”.

La motivazione della medaglia, infatti, recita:

«Nel glorioso meriggio del Risorgimento Nazionale – 9 febbraio 1849 – la migliore gioventù italiana correva a morire sugli spalti di Roma repubblicana ispirata dall’infaticabile apostolo dell’Unità Giuseppe Mazzini e guidata dall’Eroe Nazionale Giuseppe Garibaldi.
Roma combatte romanamente contro truppe agguerrite di quattro eserciti, mentre una Assemblea Costituente legifera sotto il tiro dei fucili, rinnovando in un breve ma fulgidissimo periodo le glorie militari e le virtù civili di cui è costellata la storia millenaria della Città Eterna.
Per la meravigliosa epopea del 1849 Roma ridivenne il centro e la fiamma delle italiane speranze indicando la via del nazionale riscatto. Nel centenario degli eroici avvenimenti, sul colle capitolino ove sventola il gonfalone della Repubblica, il popolo di Roma, che nella recente tragedia della Patria, ha vissuto le memorabili ore del martirio e della riscossa riassume i voti, gli eroismi, i sacrifici di tutte le città Italiane che, provate ma non scosse dalla sventura, cooperarono alla redenzione d’Italia. 1849 – 1949»

È evidente, quindi, che la ricompensa al valore militare è stata concessa a Roma per i fatti della Repubblica Romana del 1849 e non per quelli della Guerra di Liberazione, anche se questi ultimi avrebbero meritato, forse, un qualche riconoscimento.

A questo punto non ci si accusi di “revisionismo storico”. Vogliamo solo che la storia non venga distorta per basse ragioni ideologiche.

Antonino Torre

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