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Pubblicato il 30/07/2018

MILITARE SUICIDA A ROMA: CORDOGLIO E SUPPORTO DELLO STATOMAGGIORE DELL’ESERCITO ALLA FAMIGLIA

Domenica 29 Luglio a Palazzo Grazioli, residenza romana dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, un militare dell’Esercito, impegnato nell’operazione “Strade sicure” si è tolto la vita sparandosi con la pistola d’ordinanza all’interno dell’edificio.

Era 25enne Enrico De Mattia, caporal maggiore di 25 anni originario di Angri, in provincia di Salerno e proveniente dal primo Reggimento granatieri di Sardegna. Stando alle ricostruzioni, ieri pomeriggio era di turno davanti alla residenza romana di Berlusconi. Attorno alle 15 sarebbe entrato in un bagno del palazzo portandosi con sé la pistola d’ordinanza e successivamente si sarebbe sparato alla testa. Non sono chiari i motivi del gesto, né se il militare abbia lasciato un biglietto per spiegarne le ragioni. È il terzo suicidio in sei mesi di un militare impegnato nell’operazione “Strade sicure”.

Il presidente della Commissione difesa Rizzo lo ha confermato su Facebook.
“Riserbo e vicinanza alla famiglia della vittima in questo momento. La vita di un militare è soggetta più di altre categorie a subire contraccolpi psicologici legate alla specificità del ruolo. Serve assolutamente e immediatamente una task force in grado di affrontare in maniera strutturale il tema dei suicidi nelle ffaa e nelle ffo”.

Fonti dell’Esercito hanno dichiarato all’Ansa che all’origine del suicidio ci sarebbero “motivi sentimentali”, che niente avrebbe a che vedere con le mansioni in divisa del 25enne. E che “il ragazzo non era sposato e non aveva figli”.




SUPPORTO E CORDOGLIO DELL’ESERCITO

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina a nome di tutti i militari della Forza Armata, esprime la sua vicinanza e il proprio profondo cordoglio alla famiglia del Caporal Maggiore (VFP4) E.D.M., scomparso tragicamente in servizio. Personale dell’Esercito ha immediatamente informato la famiglia e, sin dal primo momento, sta fornendo il massimo supporto logistico e psicologico alla stessa.

La Forza Armata collabora, con la massima trasparenza e piena disponibilità, alle attività degli organi inquirenti per accertare le motivazioni che possono aver condotto il militare a compiere questo tragico gesto.




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