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Pubblicato il 31/10/2016

MISSIONE IPPOCRATE: STANZIATI 17,3 MILIONI DI EURO

Dallo scorso 23 settembre 300 militari, di cui 65 medici e infermieri, 135 come supporto logistico e 100 paracadutisti per garantire la sicurezza,

sono in Libia per costruire un ospedale militare nell’area di Misurata destinato a curare i feriti delle milizie libiche

“Operazione Ippocrate”

La comunicazione ufficiale della missione, denominata “Operazione Ippocrate” il Governo l’ha data il 13 settembre alle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera e del Senato. Nel corso dell’audizione i ministri degli Esteri e della Difesa, Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti non avevano rivelato il costo dell’operazione militare che si affrettarono a definire umanitaria in quanto disposta in attuazione della risoluzione 2259 dell’Onu. Risoluzione che gli ha consentito di impegnare le nostre forze armate semplicemente a seguito della richiesta del governo libico di Tripoli guidato dal primo ministro Fayez al Sarraj. In quell’occasione il Parlamento ha anche scoperto che in Libia i militari italiani già c’erano stati il 15 agosto per una ricognizione sanitaria e il 23 agosto per una logistica.

Fornire assistenza sanitaria alle forze libiche

Sul sito web della Difesa la spiegazione della missione recita che lo scopo è quello di “Fornire assistenza sanitaria alle forze libiche impegnate nel contrasto alla presenza di Daesh in Libia mediante lo schieramento di una struttura ospedaliera campale militare interforze a sostegno dell’ospedale civile di Misurata.”. Dopo i sopralluoghi del mese di agosto la missione vera e propria è iniziata il 17 settembre quando un primo gruppo di militari è arrivato in Libia e il successivo 23 dello stesso mese è arrivato il resto a completare lo schieramento che, come detto, è di 300 militari.

La spesa complessiva

La spesa complessiva: la difesa stanzia  160.000 euro  per pagare ogni giorno le indennità ai 300 militari (a cui se ne aggiungono altri 2 inquadrati nella missione United Nations Support Mission in Libya – UNSMIL) di ogni ordine e grado, per garantirgli vitto e alloggio e per mantenere l’efficienza dei mezzi e dei supporti logistici e operativi potrebbero aumentare a partire dal 1 gennaio 2017, cioè quando la missione, destinata a durare sicuramente a lungo, rientrerà, insieme a tutte le altre che impegnano all’estero le forze armate italiane, nella legge quadro sulla partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali approvata lo scorso 21 luglio (legge n. 145/2016).

Proroga delle missioni

I 17 milioni vanno quindi ad aggiungersi al miliaro e duecentonovantamilioni ( 1.290.793.929) di euro già stanziati fino al 31 dicembre prossimo per la proroga delle missioni militari all’estero potrebbero non essere sufficienti i . Infatti, dal punto di vista economico, la mancanza della data di decorrenza del periodo a cui si riferisce la spesa potrebbe avere dei riflessi, come avvenuto in altri casi, che finirebbero con il generare un notevole contenzioso tra i militari e la ministra della difesa Roberta Pinotti perché per il periodo non coperto dal decreto legge i primi si vedranno decurtare sensibilmente l’indennità di missione che si ridurrebbe all’incirca a un terzo di quella attualmente prevista per le altre missioni come ISAF ed EUPOL AFGHANISTAN, UNIFIL. Oltre alla diaria di missione prevista dalla tabella allegata al decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 6 giugno 2003 relativa il paese dove si svolge la missione o all’area geografica, i militari possono contare anche su altre indennità e maggiorazioni economiche come il compenso forfettario di impiego che fanno notevolmente lievitare gli importi giornalieri.

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