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Pubblicato il 08/07/2020

MISSIONI: SI DEL PARLAMENTO MA CON SORPRESA SULLA LIBIA

Ieri nel corso della discussione per approvare le missioni militari all’estero si è verificata una delle tante spaccature politiche italiane, stavolta in Commissione Difesa Senato. La legge sulle missioni all’estero vuole che i “fuori area” siano autorizzati e finanziati ogni anno. Nel dibattito del 7 Luglio si è votato anche per autorizzare le nuove missioni , oltre che per concedere la proroga a quelle esistenti, per l’anno successivo.

La maggioranza si è spaccata sulla missione in Libia (Mibil), il cui obiettivo è di assistere il Governo di Accordo nazionale libico nel campo sanitario, di sminamento, di formazione delle forze di sicurezza e di controllo dell’immigrazione illegale mediante il ripristino dell’efficienza delle dotazioni militari terrestri e navali locali. Nei compiti della missione sono anche confluite le attività della Ippocrate, di supporto sanitario alla popolazione con un ospedale da campo nell’aeroporto di Misurata. Molti parlamentari della maggioranza hanno dichiarato la loro ostilità di aiuto alla Guardia costiera libica da parte di personale della Guardia di finanza , protetto per lo scopo da unità dei carabinieri paracadutisti, minacciando di far saltare l’intera votazione se non si fosse estrapolata la votazione sulla Libia, dove lo scopo dichiarato è quello di fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta di esseri umani. Si è deciso di quindi votare separatamente il decreto sulla missione libica , ma con una risoluzione che obbligherebbe il Governo a firmare con la Libia degli accordi sul rispetto dei diritti umani.

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