OPINIONI

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Pubblicato il 07/07/2009

MOLTO PIU’ DI UN RADUNO. MOLTO PIU’ DI “MUSICANTI”.

Io invece… ho visto una lacrima sul viso!

di Annamaria Cicchetti

Egregi Signori,
Ho letto con molta attenzione la cronaca del 1° Raduno dei congedati della Banda Musicale Folgore e mi permetto scriverVi, visto che c’ero anch’io.

Vorrei aggiungere dei particolari che magari al “collega” Frediani sono sfuggiti o che magari non gli sono stati raccontati, visto che il Raduno ha avuto inizio la mattina al Capar: beh! non è proprio nato tutto all’improvviso, bensì dopo qualche mese a rincorrersi su e giù per lo stivale italiano.

Eh già! La sera a Bientina, paese della vallata pisana (credo), c’è stato il concerto: un’excusus di brani (marcette e pezzi sinfonici) legati ad aneddoti vissuti insieme all’allora Maestro Maresciallo Giuseppe Guggino ed in qualche occasione anche alla Filarmonica dell’omonimo paese, che per fortuna in quattro e quattr’otto aveva pronto un palco e le sedie ospitandoli all’ultimo momento.
Eh! Beato Giro Ciclistico Femminile che si sarebbe tenuto dell’indomani.

Da non dimenticare che tra le fila dei congedati erano in forza anche degli effettivi dell’attuale Banda Musicale della Brigata Paracadutisti: troppi pochi però.

Uno di loro proprio sabato mattina, mentre effettivi e congedati provano “provati dal sole” nel piazzale, proiettava la sua mente e il suo corpo in Afghanistan.

In bocca al lupo Caporale Salvatore Furìa!

E già, ha detto bene il Maresciallo, questa volta ha risposto Lui ad un loro ordine, quello di dirigerli ed i suoi fedelissimi per l’occasione gli hanno dotato una “speciale bacchetta”.

Un concerto che seppur provato in pochissimo tempo, grazie alla conservata passione per la musica ha permesso all’ascoltare più attento di apprezzare clarinettisti, flautisti e trombettieri d’eccezione: suoni puliti e ben “agganciati” tra loro. La classe non è acqua e l’hanno dimostrato.

E vi dirò di più : al primo debutto già è arrivata qualche richiesta di ingaggio e caso strano viene da militari di altre regioni.

Aldilà del momento musicale vissuto a Bientina, tra gli applausi dei tanti intervenuti e di qualche altro che ha preferito non farsi riconoscere, per i cinquanta “musicanti” congedati, accompagnati dalle loro famiglie, l’emozione più grande è stata varcare, dopo 15 anni, la soglia dell’immenso portone della caserma “Gamerra”.

E lì, nel trovarsi davanti al Monumento e la Bandiera le lacrime non sono mancate e tantomeno e mancato lo stupore, per alcuni anche la delusione, nel rivedere il loro bel piazzale El Alamein lasciato solo.

“Quante cose sono cambiate – hanno notato – noi attraversavamo il piazzale di corsa in segno di rispetto, oggi ci parcheggiano le autovetture”.

“Oggi c’è il professionismo – ha ribattuto un secondo – prima con la leva c’era più rigore, più disciplina”.

Ed anche i capelli acciuffati di una soldatessa che si è trovata a passargli davanti sono stati oggetto di commento: secondo i parà congedati erano troppo evidenti.

“Ai nostri tempi c’era chi piangeva quando il barbiere gli tagliava i capelli, oggi invece…”.

Ecco Signor Frediani,
anche questo è stato il Raduno dei congedati musicanti.

Loro saranno stati pur felici di scorazzare per “Sotto il Monte” cercando Bientina, ma in cuor loro più che la musica, che se per alcuni è diventato pane quotidiano, avrebbero voluto trovare l’essenza del parà… quello che Sui Monti e Sui Mar si lancia e quando atterrà è fiero, è entusiasta, è orgoglioso di essere diventato un uomo forte…

Loro i cinquanta Ragazzi della Folgore, gran parte dell’anno ’93, si sono ritrovati grazie ad un gioco chiamato Facebook ed anche se la maggiore età l’hanno passata da un pezzo, non hanno dimenticato quello che gli è stato insegnato, anche se tra una punizione e l’altra. Magari qualche punizione se la potevano pure risparmiare ma sembra che sia servita altrimenti quella Lacrima sul viso non sarebbe scesa tanto facilmente.

Moralità, rispetto, lavoro duro, motivazione, credere in un ideale, anche se l’ideale è quello di non parcheggiare in un piazzale che un tempo ospitava decine e decine di parà e di attraversarlo correndo in segno di rispetto… se è questo quello che si ricordano, allora i loro comandanti hanno seminato bene.

Oggi, invece, si nasce “imparati”, – ha detto qualcuno – infatti, in ambiente militare, quando si parla di bande e fanfare militari, ci si mette le mani nei capelli, non capisco come si faccia a confrontarsi con i civili ed escirne con le ossa rotte: non capire è un mio limite di “civile”.

Ma torniamo al Raduno!

E già! Egregio Frediani e bene che questo evento prenda piede, anzi è da incoraggiare. Ma, la prego!.. non nelle piazze delle città! Lì ci vanno le Bande musicali di paese o quelle da giro, mi perdoni se mi permetto dissentire, ma in Italia di bande musicali civili che vanno alle sagre paesane già ne abbiamo tante.

Questa è una Banda Musicale diversa!

Questo complesso musicale di congedati è diverso da quelli dei cugini alpini o bersaglieri – questo, se l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, ne comprendesse l’importanza dal punto di vista della comunicazione associativa, potrebbe diventare il motore scoppiettante di quell’unione e fratellanza con i militari effettivi, tanto decantata, che purtroppo viene sempre a mancare nel momento del bisogno in Patria.

Dov’erano i Signori Ufficiali e Sottufficiali non destinati all’Afghanistan?

Giusto!… che sbadata : ma allo Stabilimento Balneare ad attendere l’inizio del concerto!!!!

Ed allora, non ci rimane che esortarli, perché loro, dopo 15 anni, hanno saputo dimostrare di aver quel sano coraggio che ci vuole per saltare il muro che ha sempre diviso i MILITARI dai CIVILI.

Ringraziandone i promotori si ringraziano tutti: par. Simone Giuli che ha fondato il Gruppo Banda Musicale Folgore su Facebook; par. Dario Rossan, che lanciando l’idea ha dato vita alla cosiddetta “catena di Sant’Antonio” e par. Christian Pegoraro, che si è preso l’onere di avviarne il coordinamento.

La maglietta con lo stemma, che vale la pena di collezionare è opera del par. Paolo Misiti.

E visto che seppur congedati sono dei bravi parà facciamoli suonare nelle caserme, facciamo entrare nei piazzali degli altri Reggimenti della Brigata
o addirittura nelle caserme dei cugini, proprio perché la musica dei “baschi-amaranto” è il cuore pulsante della Brigata Paracadutisti Folgore e noi civili solo a casa loro possiamo ben comprendere il significato del grido FOLGORE, che la distingue appunto dalla banda di paese.
Con stima.

Annamaria Cicchetti
Presidente del Comitato Interforze Insieme per la Società
Promotore dal 1993 dello scambio socio-culturale e sportivo tra i militari e i civili.

LA RISPOSTA DI PAOLO FREDIANI

Comprendo di aver perso gli avvenimenti del Raduno al CAPAR, del resto non ero invitato. Ma conosco i momenti più toccanti del trovarsi con il fratelli di Naja , dopo decenni, in una struttura dove si sono trascorsi i mesi più belli della maschia giovinezza. Ormai posso dire che mi sono quasi vaccinato a quelle commozioni improvvise, durante il mio ruolo di accompagnatore di congedati al Monumento del Paracadutista alla Vannucci. A dire il vero, quelle commozioni le colgo anche negli anziani Reduci che ho la fortuna di portare nella nostra storica Caserma. Il ricordo è troppo violento, eguale al desiderio di tornare. Lo comprendiamo benissimo noi , più fortunati, che non abbiamo avuto il coraggio di lasciare quelle leggendarie mostrine. Il Maresciallo Guggino , sicuramente annuirà su cosa intendo dire.
L’evento è stato pregevole sotto tutti i punti di vista. Qualche bastian contrario potrebbe dire perché non ci si è pensato prima. Lo comprendo perché ci sono passato anch’io in più occasioni in tali critiche. Allora tutto bene, anche più della previsione,anche per quanto letto su “ingaggi inaspettati”. Ma una domanda alla Stimatissima Cicchetti, lei si Giornalista con la G maiuscola, non io addestrato per altre incombenze militari e momentaneamente prestato ad una cronaca scarna, su un evento che ho ritenuto degno di essere evidenziato a tutta la nostra grande famiglia momentaneamente distratta dalla calura estiva; una domanda dicevo: quelle richieste di ingaggio sono state fatte alla Gamerra o alla “sagra paesana” improvvisata?
Questo perché il mio vissuto in armi ha osservato nel tempo quanto sia costato uscire dalle Caserme negli anni 60/70. Col tempo, diplomazia e sacrificio è avvenuto che manifestazioni pubbliche avvenissero: prima con i lanci sportivi,poi con i Giuramenti Solenni e infine, come ha ricordato il Maestro Guccino, con le loro esibizioni musicali in tutte.le parti d’Italia. L’ ambito riconoscimento gli è stato attribuito, sul tamburo, scusi l’espressione tecnica, proprio per il loro impegno esterno alle Caserme, prima ad ascoltarli nelle Caserme andavano solamente gli amanti del Tricolore.
Per tanto, bene sarebbe se l’ANPd’I ne chiedesse più interventi, come sicuramente faranno , ma occorrerebbe anche la disponibilità economica a disposizione per partecipare a quelle centinaia di richieste che le Autorità Civili inoltrano tramite via gerarchica ogni anno. Concludendo, Egregia Cicchetti, non ci dica “ che visto che sono bravi facciamoli suonare nelle Caserme”. Non si tratta di inviarli alle sagre, questo le S.A. non lo permetterebbero, ma di andare a portare il nostro grido in ogni città d’Italia al fine di eliminare quegli inutili campanilismi che ci hanno tenuti avulsi dalla società per troppi decenni. Adesso che stantii steccati si sono abbattuti continuiamo a farci amare dalla maggioranza degli italiani, gratificandoli con le loro meravigliose esibizioni.
Cordiali saluti e arrivederci al più importante raduno: il rientro in Patria della Folgore a settembre.
Paolo Frediani
Presidente assoc. Sottufficiali di Livorno.

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