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Pubblicato il 09/10/2016

MOSUL – RAZZI SULLA DIGA DIFESA DAI BERSAGLIERI ITALIANI

Alcuni razzi sono atterrati nella zona della diga, esplodendo poco lontano dall’insediamento di protezione all’impianto, in direzione nord-est. Erano quattro secondo alcune fonti, sei secondo altre. Niente danni, nessun ferito.
Alcuni caccia – canadesi, secondo alcune fonti – hanno “neutralizzato” la minaccia a terra, colpendo le zone del lancio.
La salva lanciata verso la diga non ha avuto altro effetto che spingere gran parte del contingente italiano nei rifugi e mobilitare la Forza di reazione rapida. Secondo i primi rilievi, gli ordigni sono stati lanciati da postazioni distanti una ventina di chilometri: proiettili di artiglieria o razzi tipo Katyusha modificati-. Sarebbero da escludere le bombe da mortaio. Fonti curde riferiscono di un razzo atterrato su un campo di calcio, uno sulla zona di Muhandisin, uno poco lontano dal compound della diga e un altro in acqua.
I lavori alla diga sono ancora in una fase iniziale. La costruzione degli alloggi per il personale è quasi finita e, sotto la supervisione di un colonnello del Genio americano, sono stati avviati gli interventi per liberare i condotti di sfogo dell’acqua, indispensabili per garantire il controllo dei livelli in vista delle piogge. Deve ancora partire invece la fase più importante, quella delle “infiltrazioni” di cemento che dovranno consolidare la struttura nelle parti danneggiate dal tempo e dalla scarsa manutenzione. Nel frattempo lo schieramento dei soldati, bersaglieri inseriti nella Brigata Aosta, è quasi completo: i prefabbricati trasportati dalla azienda el nostro direttore, la Mondial Express, sono già disponibili. Il resto dell’approntamento è in avanzata fase di montaggio.
Il lancio di razzi verso la diga sembra mirato a diminuire la pressione verso il capoluogo, in vista dell’offensiva globale per Mosul. La base italiana, la più grande presenza occidentale nelle vicinanze, è un obiettivo privilegiato. Un attacco con razzi non costituirebbe grande pericolo essendo la diga costituita in gran parte da sbarramenti naturali di terra, e non da strutture di cemento.
Fonti giornalistiche hanno parlato nei giorni scorsi di un allarme specifico, per la possibilità di un attacco articolato contro la diga e contro il contingente italiano. I miliziani lanciano costantemente attacchi e attivano conflitti a fuoco a sud della diga: nei giorni scorsi, dice l’agenzia curda Rudaw, due kamikaze hanno attaccato nella zona del villaggio di Taniye, sul fronte, senza però riuscire a fare vittime. Mercoledì mattina gli attacchi dei fondamentalisti avevano provocato la morte di un comandante di alcuni peshmerga. Sotto: alcune immagini della diga, tra le quali quella del briefing che ogni mattina viene tenuto tra i tecnici e gli uomini della sicurezza.

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