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Pubblicato il 06/04/2018

MUORE CARLO COGROSSI – ARDITO PARACADUTISTA COMBATTENTE DELLA RSI

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“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”
San Paolo

Pochi giorni fa è scomparso il Reduce della Folgore RSI


Carlo Cogrossi


iscritto presso la Sezione di Savona. I soci della Sezione ligure hanno pensato che la persona più indicata per tracciare l’arco della vita di questo paracadutista fosse il figlio. Egli è stato il testimone diretto dei racconti del genitore in un’epoca che chiamava i giovani a difendere i valori fino all’estremo sacrificio. Pertanto cediamo volentieri la parola al figlio Lorenzo. (Fabio Camignani Presidente Anpd’I Savona)

L’Ardito Paracadutista Carlo Cogrossi è mancato, dopo breve malattia, a Savona, il 27 marzo u.s.; il 1° dicembre 2017 aveva compiuto 92 anni, essendo nato a Milano nel 1925; era iscritto all’A.N.P.d’I. di Savona “M.A.V.M. Bruno De Camillis”, storica sezione costituita dall’Ar. Par. Yves Giorgio Traversa.

Rientrato fortunosamente in Italia dalla Francia dopo l’8 settembre del’43 si era presto arruolato nei Bersaglieri ed era stato assegnato al XXVI Battaglione del III Rgt., di stanza a Torino per l’addestramento e la formazione della costituenda Divisione “ITALIA” presso il Deposito del IV Rgt.; poiché le prospettive non erano quelle dell’impiego immediato al fronte, ma l’invio di tutto il reparto in Germania per un ulteriore periodo di addestramento, nel Marzo del 1944 si arruolò volontario nel Raggruppamento Arditi Paracadutisti dell’Aeronautica Repubblicana, al comando del T.Col. Edvino Dalmas già comandante del Battaglione ADRA (Arditi Distruttori Regia Aeronautica) ed effettuò tutto il suo addestramento militare e per il conseguimento del brevetto a Tradate e all’aeroporto di Venegono.
Dopo la costituzione del Reggimento Arditi Paracadutisti “Folgore” dell’ANR, nel maggio del 1944 raggiunse il fronte di Nettuno dove ricevette il battesimo di fuoco con il I Battaglione al comando del Magg. Rizzatti. Partecipò ai duri scontri di Castel di Decima del 4 giugno 1944 in cui cadde eroicamente il suo comandate Magg. Rizzatti, poi insignito della M.O.V.M. alla memoria.
I tre battaglioni del Reggimento Arditi Paracadutisti “Folgore”, decimati e stremati dai lunghi combattimenti, rientrarono – non senza difficoltà e per diversi itinerari – a Tradate per la loro ricostituzione: resterà al I Battaglione “Folgore” al comando del Cap. Edoardo Sala (poi Maggiore e futuro comandante del Reggimento sostituendo Dalmas dal marzo del 1945) e nella tarda estate del ’44 parteciperà ai duri scontri in Val Cannobina e a Falmenta contro i Partigiani Garibaldini che presidiavano il fianco sinistro della Repubblica dell’Ossola. Anche il Reggimento “Folgore” veniva così coinvolto nei drammatici eventi della guerra civile che infuriava nell’Italia del nord.
A seguito dell’operazione “Dragoon” (sbarco alleato nel sud della Francia del 15 agosto 1944 e riconquista della Provenza e della Savoia) si costituì un nuovo “fronte occidentale” sulle Alpi in cui vennero dispiegati, tra gli altri, anche i paracadutisti del Reggimento “Folgore”, inseriti nel Gruppo Armate “Liguria”. Dal novembre del 1944, sempre con il I Battaglione “Folgore”, al comando del Cap. Faedda e del Ten. Braccardi, l’A. Par. Carlo Cogrossi verrà dislocato sul monte Chaberton al passo del Monginevro, fronteggiando – in una lotta aspra, in alta quota e con scontri di pattuglie – gli Chasseurs des Alpes delle forze golliste; parteciperà anche agli scontri sul passo del Moncenisio durante l’offensiva francese denominata “Izard”: resterà in linea, con tutto il I Battaglione sino alla fine della guerra e tra il 30 aprile e il 1° maggio del 1945, agli ordini del Cap. Faedda, seguirà le sorti del Battaglione che si consegnerà il 3 maggio del 1945 tra Strambino e Ivrea agli americani della 34^ divisione di fanteria “Red Bull”, che raggrupperanno tutti i paracadutisti e li indirizzeranno alla prigionia.
Fu prima mandato a Napoli per essere imbarcato con destinazione i capi di prigionia in Algeria e poi venne inviato al famoso POW Camp di Coltano (PI).
Per lui, che tornato alla vita civile fu gran lavoratore, amorevole padre di famiglia e, sempre, paracadutista, valgano le parole di San Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”. FOLGORE!!!

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