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Pubblicato il 07/10/2020

NASCE IL COMITATO PER RESTAURARE LA CASA DEGLI INCURSORI DI MARINA A FOCE SERCHIO


Il comitato si è appena costituito e fa capo al suo ideatore, Giulio Cozzani, di La Spezia che ci ha chiesto supporto per la divulgazione.

Lo scopo principale del comitato è quello di recuperare la casa del guardiacaccia, nella tenuta dei duchi Salviati e successivamente trasformarla in un Museo degli UOMINI DEI MEZZI D’ASSALTO della Marina Militare, come tutti i Memoriali Europei, arricchito di accessori che rendano la visita ai turisti più interessante.

Si trova alla foce del Serchio, nella tenuta dove esiste ancor oggi la casa del guardiacaccia, dove nell’ultimo conflitto Mondiale, gli Assaltatori della Regia Marina sperimentarono un nuovo mezzo subacqueo.Il loro manipolo prese il nome di una costellazione “ I SETTE DELL’ORSA MAGGIORE”,
Erano gli SLC (Siluri a Lenta Corsa) conosciuti come Maiali, il cui nome fu dato dalla medaglia d’oro Teseo Tesei, che durante una esercitazione con uno di questi mezzi che non rispondeva ai comandi, imprecò il nome “ Maiale” .

Questo mezzo derivava dalla “Mignatta “ideata dal Capitano del Genio Navale Raffaele Rossetti, nella 1° Guerra Mondiale, che provocò l’affondamento della corazzata VIRIBUS UNITIS, nel porto di Pola. Questi ardimentosi furono trasferiti dalla base di S. BARTOLOMEO alla Spezia, dove videro la luce gli SLC a Porto Santo Stefano e di qui sempre, per ragioni di sicurezza alla casa del guardiacaccia, nella tenuta che i fratelli duca Salviati avevano dato in comodato d’uso gratuito alla Regia Marina. Sono trascorsi 74 anni dalla fine della 2 ° Guerra Mondiale e la casa del guardiacaccia è ancora lì, con i suoi ricordi; purtroppo il tempo e le intemperie hanno rovinato il fabbricato, tanto che oggi è crollata una parte del tetto e della struttura, cosi ‘da indurre i proprietari a disfarsene. Per non perdere questo nostro pezzo di storia, sarebbe opportuno acquisire questa casa con annesso terreno sino alla foce del Serchio.

IL PROGETTO
Oltre al museo memoriale, in una delle casette dei sottufficiali che sono adiacenti all’edificio principale, potrebbe nascere una piccola foresteria, dove i turisti potranno effettuare una sosta durante la visita e nella casetta attigua, potrebbe essere istituita una sala convegno, dove professori di storia terrebbero delle conferenze sulla storia d’Italia ai ragazzi delle scuole in visita. Con l’Ente Parco si potrebbe collaborare in maniera tale da non alterare l’aspetto dell’habitat naturale, un ricambio di sinergie e di collaborazione permanente. Si dovrà attraverso le nuove tecnologie colloquiare con le Università Nazionali ed Estere, attraverso visite e conferenze.

I FONDI
Prima di cercare i fondi per la sua realizzazione, bisogna ottenere da parte della Marina Militare il placet per iniziare la raccolta di donazioni, poi dovrà essere elaborato il progetto e successivamente, si potrà provvedere alla raccolta fondi con un programma specifico:
A) Sottoscrizione Popolare
B) Richiesta di contributi alle Industrie che lavorano o lavorarono per la Difesa
C) Dall’Unione Europea fondi per la Cultura
D) Dal 5 per mille sulla dichiarazione dei redditi
E) Dalle Industrie o da Privati
F) Dai Beni Culturali per fini Culturali.
Una volta raggiunto lo scopo prefissato, cesserà la funzione del Comitato che si trasformerà in Fondazione.
Questo Progetto è stato pensato da Giulio Cozzani ex dipendente della Oto Melara S.p.A. che ha creato il Comitato “ MEMENTO AUDERE SEMPER valorizziamo BOCCA di SERCHIO”, il cui fine è quello di comprare e restaurare la Casa del Guardiacaccia per la realizzazione di un museo sulla storia della Marina Militare.



LA STORIA DELLA CASA DEGLI INCURSORI
Tra Marina di Pisa e Viareggio e precisamente alla Foce del Fiume Serchio, nella tenuta dei duchi Salviati sorge un fabbricato, oggi ridotto ad un rudere, dove aleggia lo Spirito del Serchio. In questa casa dal 1939 al 1943 gli Assaltatori della Regia Marina si preparavano ad effettuare azioni di guerra, contro gli Inglesi. Bocca di Serchio, prima del secondo conflitto Mondiale, era una zona dove gli unici esseri viventi erano rappresentati da cinghiali, caprioli e altri tipi di selvaggina, gli unici esseri umani invece erano i guardiacaccia dipendenti dei duchi Pietro, Averardo, Giacomo Salviati, appartenenti alla famiglia Fiorentina dei Salviati, discendenti da Maria Salviati andata in sposa a Giovanni delle Bande Nere e madre di Cosimo dei Medici. I proprietari furono assai comprensivi e non si intromisero mai nelle faccende dei loro ospiti, anzi li aiutavano ad ogni evenienza. Il segreto sulla esistenza del Gruppo o meglio sulla sua attività, fu mantenuto rigorosamente anche dai loro dipendenti. Questi patrioti, consci dell’importanza delle nuove armi subacquee diedero alla Regia Marina in comodato d’uso gratuito, quel sito affinché fossero testate e rese operative quelle nuove armi, lontano da occhi indiscreti. I nuovi mezzi infatti videro la luce a San Bartolomeo, località vicino alla Spezia, dove la Marina aveva ed ha tutt’ora un complesso, per gli esperimenti di Materiali da Guerra. Per motivi di segretezza, il Comando Marina, il cui Comandante era l’Ammiraglio Aimone d’Aosta, dopo aver preso in esame l’isola d’Elba e precisamente Portoferraio, scartò quel sito perché frequentato da panfili inglesi, francesi e greci, quindi fu scelto Foce di Serchio, luogo lontano da occhi indiscreti e vicino alla loro organizzazione della Spezia.
“Si riporta la descrizione dell’area di Bocca di Serchio fatta da Beppe Pegolotti nel suo libro “Uomini contro Navi “ Editore Vallecchi Firenze.“ A Bocca di Serchio non c’è un paese nemmeno un villaggio. Una pace immensa sovrasta le cose e gli uomini. La pineta, il bosco, la riserva di caccia, le acque del fiume che si confondono con quelle del mare, l’arenile ancora selvaggio. Di qui partirono i “siluri umani” …

LA INTENSA VITA ADDESTRATIVA DEGLI INCURSORI
C’è tutta una vita segreta da rievocare, la storia dei mezzi d’assalto della Marina Militare Italiana è passata sulle pagine dei libri e di giornali soltanto con gli episodi maggiori. Le gesta, i successi, i sacrifici di personaggi da epopea. Nessuno invece, ha mai pubblicato un che di cronaca quotidiana delle vigilie di Bocca di Serchio. Otto giovanotti si adunarono, nel settembre del 1939, nella casa del guardiacaccia della tenuta Salviati, furono i primi di una lunga schiera … Era gente che arrivava in silenzio; quei giovanotti conducevano un’esistenza assai ritirata, protetti dal naturale isolamento della località in territorio privato. Talvolta si recavano in gita a Viareggio, distante poco più di dieci chilometri.


Indossavano sempre abiti civili, si mostravano spensierati, dicevano a qualcuno di essere studenti in vacanza. Tornavano a Bocca di Serchio subito dopo cena, per lo più consumata al ristorante “Buonoamico” e mutavano sostanzialmente sembianze. Uscendo dalla casa del guardiacaccia, nelle tenebre già apparivano mostri. Avevano paludamenti strani, quando si avviavano al fiume, lungo il breve sentiero tra i cespugli. Dalle dieci di sera infatti si calavano nel Serchio, raggiungevano il mare, compivano sul fondo lunghe ed estenuanti esercitazioni, rientravano per lo più, alle tre di notte, stanchi, infreddoliti. Nella casa vi erano due piani. Al pian terreno c’era una grossa stanza dove Bruno Falcomata, medico del gruppo, aveva appeso la ruota del timone di Nave San Marco e un cartello scritto a grossi caratteri con i versi di Orazio i quali suonavano così : ”Beati i mercanti, dice il vecchio soldato cui lunghi anni di servizio non hanno lasciato reumi”. Una filosofia amara e realistica di uomini che pur offrendosi volontari ad un compito così grande, confessava di non attendersi nulla e di non mirare a ricompense di sorta. Gli arredi della casa erano appena sufficienti, vi era un tavolo e alcune seggiole. Con l’andar del tempo gli stessi ospiti costruirono uno scaffale per libri e quando fece freddo comprarono una stufa a legna. Nelle stanze i vestiti venivano appesi a dei chiodi piantati nel muro, perché mancavano gli attaccapanni. Sul piano di sopra dormivano il Capitano del G.N. Teseo Tesei e il Capitano delle armi Navali Gustavo Stefanini e il Capitano Medico Bruno Falcomata. Nella seconda il Capitano del G.N. Elios Toschi, con il Tenente di Vasciello Gino Birindelli e Alberto Franzini. Nella terza, il STV Luigi Duran De La Penne ed il G.M.Giulio Centurione. Dalla terrazza si poteva scorgere la foce del fiume. Ricolleghiamoci al racconto di Beppe Pegolotti. …”Il Serchio è largo 80 metri , nel suo ultimo tratto ha gli argini netti. Due bettoline sostavano sulla riva destra, a mezzo miglio dalla foce vera e propria, seminascoste da ciuffi di canne. Quello era il nascondiglio dei “maiali”. Di faccia a sinistra, nel territorio di San Rossore, c’è una rudimentale terrazza. In stretto incognito, nel 1941, accompagnato da una sola persona, Vittorio Emanuele II, traghettò il fiume con una barca a remi, partendo proprio da quel punto. Volle vedere i “siluri umani” di cui, si dice, fino a pochi giorni prima non conosceva nemmeno l’esistenza. L’Ammiraglio Birindelli nel suo libro “Vita di Marinaio” così descriveva l’attività giornaliera del Gruppo: … “Noi andavamo in mare al mattino assai presto ed alla sera a buio fatto, dedicando il lavoro nelle ore di luce al continuo perfezionamento di ogni strumento e quello notturno all’addestramento alle vere e proprie operazioni belliche , di cui studiavamo le tattiche al Serchio si era creata, in modo vero, profondo e sincero , quella “ banda di fratelli che costituiva un ideale dei giovani allievi dell’Accademia Navale “ ed essere uniti come consanguinei non era retorica, come non lo era il volere dare in ogni possibile modo tutto quello che si poteva ad un’Italia che amavamo sopra ogni cosa. La si creò quello “spirito del Serchio” che nessuno di noi ha mai potuto dimenticare”.

INFORMAZIONI
Per informazioni in merito a questo progetto potrete contattare questa mail, comitatomuseo1@yahoo.com .

Foto: collezione privata di Gianni Bianchi.
Articolo di Fabrizio Del Giudice, Team Folgore, che seguirà per questa rivista il progetto “MEMENTO AUDERE SEMPER valorizziamo BOCCA di SERCHIO”

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