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Pubblicato il 20/12/2018

NATALE CRISTIANO A KABUL IN AMBASCIATA E MISSIONE NATO

foto sopra: la chiesa posta all’interno della ambasciata italiana di Kabul

IL NATALE CRISTIANO A KABUL E NEL RESTO DELL’AFGANISTAN
LA Agenzia Fides riporta le paerole di padre Giovanni Scalese, religioso Barnabita, titolare della Missione “sui iuris” dell’Afghanistan:
“Vivendo immersi in un ambiente come quello afgano, si sente il bisogno, ogni tanto, di stare insieme, pregare, condividere pensieri, alimentare le relazioni fraterne: le feste acuiscono questa esigenza e ne favoriscono la realizzazione. Per questo, nei giorni immediatamente successivi al Natale, ci ritroveremo, fra religiosi presenti in questo paese, non solo per pregare insieme, ma anche per trascorrere qualche ora di serenità e condivisione”.

La presenza di religiosi cristiani è fatta di missionari impegnati in iniziative umanitarie a cui è vietato svolgere attività di evangelizzazione, o di cappellani militari. L’unica parrocchia cattolica presente in Afghanistan ha sede all’interno dell’Ambasciata italiana a Kabul ed è frequentata da circa un centinaio di persone, quasi esclusivamente membri della comunità diplomatica internazionale.

LA NOTTE DI NATALE CELEBRATA DI GIORNO PER MOTIVI DI SICUREZZA
Lo svolgimento delle liturgie cattoliche risente dei noti problemi di sicurezza di un paese in guerra da 40 anni. “Il 24 dicembre verrà dato l’annuncio della Natività col canto della Kalenda e, durante la Messa della Vigilia verrà benedetto il presepio. Ma tutto questo si svolgerà nel tardo pomeriggio, non essendo possibile, per motivi di sicurezza, celebrare durante la notte”.

Nel giorno di Natale, le Sante Messe saranno celebrate nella base NATO e nella chiesa della Missione: “Ci sarà probabilmente una partecipazione di fedeli più numerosa del solito: le festività rappresentano, infatti, un’occasione di preghiera anche per coloro che difficilmente partecipano alla vita della chiesa durante il resto dell’anno”, conclude il Barnabita.
In Afghanistan, la Costituzione del 2004 definisce il Paese una “Repubblica Islamica”, mentre l’articolo 2 della Carta garantisce ai non musulmani il diritto di esercitare liberamente la propria religione nei limiti delle leggi vigenti.
Oltre alla parrocchia dell’Ambasciata italiana e alle cappellanie militari, in territorio afgano, ci sono le suore di “Bambini pro-Kabul” e le suore di Madre Teresa di Calcutta. Fino al 2016 vivevano nella capitale afgana anche le Piccole Sorelle di Charles De Foucauld. In opere sociali ed educative avviate nel paese sono impegnati anche i Gesuiti indiani del Jesuit Refugees Service ed altre organizzazioni di ispirazione cristiana.

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