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Pubblicato il 30/06/2019

NESPOLI ALL’ANPDI DI MONZA PER IL LIBRO DI CORRADO CORRADI PRONTI AL COMBATTIMENTO- RASSEGNA STAMPA

BRIANZA


PRIMO PIANO pag. 9

Il Nespoli paracadutista

L’astronauta ha rievocato il suo passato militare
di BARBARA APICELLA – MONZA – LA DURA DISCIPLINA, il rigore e il sacrificio appresi durante il periodo nei paracadutisti e negli incursori gli hanno insegnato a superare i limiti, arrivando persino nello spazio. Perché Paolo Nespoli, prima di diventare un ingegnere e un astronauta, è stato un militare. Mentre per molti il suo nome è legato esclusivamente a colui che fluttua nello spazio, all’inizio della sua carriera l’astronauta brianzolo si lanciava con il suo paracadute, partecipando in Libano alle spedizioni come incursore del IX Reggimento Col Moschin, le cosiddette forze speciali dell’esercito italiano. Un Nespoli un po’ diverso da quello che il grande pubblico conosce quello che si è raccontato ieri pomeriggio nella sede dei paracadutisti di Monza in occasione della presentazione del libro «Pronti al combattimento» scritto dall’amico e collega di missione l’ufficiale Corrado Corradi e del quale il brianzolo ha curato la prefazione. «Sono partito per i paracadutisti nel 1977 come militare di leva – racconta -. Ho vissuto un’esperienza unica e molto importante per la mia formazione, lontano da quella bambagia della Brianza dove ero cresciuto. Nei parà ci sono tante cose da fare e da scoprire». Un giovane entusiasta catapultato in un mondo militare molto particolare e duro dal punto di vista della preparazione fisica e psicologica. «DURANTE quel periodo ho imparato a superare quelle che consideravo barriere e che in realtà erano solo muri di cartone – prosegue -. Ho imparato che con la giusta istruzione, preparazione, equipaggiamento, team e forma mentis è possibile fare cose grandi»». In quegli anni ha conosciuto anche i campi di battaglia, le situazioni di pericolo, le popolazioni dilaniate dalla guerra. «Sono tanti gli aneddoti legati al periodo della mia missione in Libano nella Forza multinazionale di pace – continua -. Come quando il generale Angiuoni mi tolse dagli incursori mandandomi al comando contingente». Poi la scelta di abbandonare la carriera militare ormai ben avviata per provare a realizzare il suo grande sogno. «L’imparare a superare gli ostacoli mi ha permesso di diventare astronauta – aggiunge -. Sembrava impossibile e invece è diventato realtà». Quell’attaccamento alla bandiera e alla nazione cresciuti nel corso della sua esperienza militare, non si sono per nulla affievoliti quando si è lanciato nello spazio.

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