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Pubblicato il 03/10/2023

NIGER: SANGUINOSO ATTACCO JIDAHISTA: 29 MORTI TRA I SOLDATI . SITUAZIONE SEMPRE PIU’ PERICOLOSA PER GLI OCCIDENTALI

29 soldati sono stati uccisi durante un attacco jihadista, proprio nel giorno in cui il neo-regime militare accettava di esaminare un’offerta di mediazione dell’Algeria per una “soluzione politica” della crisi.
In Niger sono presenti i contingenti Francese, americano, italiano e tedesco, le cui attività sono state totalmente o parzialmente sospese.
L’attacco “combinando l’uso di ordigni esplosivi improvvisati e veicoli kamikaze da parte di più di un centinaio di terroristi” ha preso di mira un distaccamento delle forze di sicurezza a Tabatol, vicino al confine con il Mali, secondo un comunicato stampa del Ministero della Difesa.

“La valutazione provvisoria di questo attacco è la seguente: dal lato amico, 29 soldati caduti combattendo, due sono rimasti gravemente feriti”, continua il testo che precisa che “diverse dozzine di terroristi” sono stati uccisi.
E’ stato dichiarato un lutto nazionale di tre giorni. Il Niger continua a subire ricorrenti violenze jihadiste.

Si tratta del bilancio delle vittime più pesante da quando i militari sono saliti al potere, che hanno giustificato il colpo di stato del 26 luglio soprattutto con il deterioramento della situazione della sicurezza. A metà agosto, 17 soldati sono stati uccisi in un attacco vicino al confine con il Burkina Faso. Leggi anche In Niger, l’intransigenza francese si è trasformata in un fiasco Africa 25 settembre 2023 abbonati Mediazione algerina Lunedì pomeriggio, il Ministero degli Affari Esteri algerino ha dichiarato di aver ricevuto da Niamey “un’accettazione della mediazione algerina volta a promuovere una soluzione politica alla situazione Crisi del Niger.


Niamey ha riconosciuto di aver “espresso la disponibilità delle autorità nigerine ad esaminare l’offerta di mediazione dell’Algeria”, si legge in un comunicato stampa del Ministero degli Affari Esteri.

Ma i militari hanno ribadito che intendono mantenere il controllo del calendario, affermando che la durata della transizione al governo civile sarà stabilita da un “forum nazionale inclusivo” in Niger, e non da alcun mediatore. Se l’Algeria, l’influente vicino del Niger, non aveva menzionato un periodo di transizione nel suo comunicato stampa di lunedì, alla fine di agosto aveva proposto un periodo di sei mesi sotto la supervisione di una “autorità civile guidata da un’autorità consensuale e accettata da tutte le parti”. della classe politica. Il 19 agosto, il nuovo uomo forte del Niger, il generale Abdourahamane Tiani, ha dichiarato di volere una transizione della durata massima di tre anni.

E sabato sera, in un’intervista alla televisione nazionale, ha affermato che il regime “non ha il diritto di restare cinque anni al potere”.

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