OPINIONI

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Pubblicato il 01/05/2018

NOI E L’ISLAM EUROPEO di Corrado Corradi

Le analisi che i professionisti dei talk-show fanno sul fenomeno dell’islamismo predicante e combattente incistato da noi concordano: i giovani musulmani residenti in Europa diventano jihadisti a causa del disagio sociale in cui vivono.
Balle!
I contadini algerini versano in condizioni sociali disastrate ma sono ben lungi dal trasformarsi in jihadisti.
Le possibilità che il piccolo delinquente dei peggiori quartieri di Casablanca diventi jihadista sono minime.
Invece il maghrebino che vive nelle banlieus parigine, pur vivendo meglio del contadino algerino o del piccolo delinquente di Casablanca, lo diventa piu’ facilmente, perché?
Semplice, perché gli abbiamo iniettato la malattia del «revanscismo» con il nostro continuo bidet alla nostra coscienza, offrendogli bello e pronto un colpevole da colpire: noi.
La realtà é che una parte dell’Islam é malato di frustrato revanscismo che colpisce soprattutto chi non soffre particolarmente da un punto di vista sociale e noi a quei frustrati abbiamo costruito per loro il colpevole ideale sul quale sfogare le loro peggiori mortificazioni identitarie.
Noi diciamo loro che noi siamo stati e siamo i cattivi crociati, poi inquisitori, poi colonialisti, e infine sfruttatori capitalisti servi del sionismo.
A queste demenziali quanto fasulle certezze che quotidianamente noi instilliamo in loro, se ne aggiunge un’altra, purtroppo oggettiva: proiettiamo l’immagine di una civiltà decadente e immorale per come andiamo fieri dell’omosessualita’ di alcuni, per come ribaltiamo la realtà della differenza fra uomo e donna, per come distruggiamo la famiglia, per come abbandoniamo i nostri vecchi salvo aiutare qualsiasi spinellato, per come rifiutiamo la vitalità promuovendo l’aborto, per come offendiamo la nostra spiritualità rinnegando la religione dei nostri padri.
Il nostro relativismo ci sta portando all’ignavia… “a Dio spiacenti ed a’ nimici suoi”.
Non possono non odiarci; non possono aver voglia di integrarsi con noi. Ed é quello che sta avvenendo.

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