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Pubblicato il 21/10/2018

NON E’ COSI’ CHE SI ONORANO I NOSTRI CADUTI

di Marco Bertolini

Se è vero che un’immagine vale più di mille parole, il manifesto prodotto da qualche funzionario del Ministero della Difesa (certamente non dallo Stato Maggiore della Difesa) per il “IV novembre” evidenzia in maniera lampante l’idea che una parte della nuova dirigenza politica ha delle Forze Armate. L’immagine si commenta da sola e non ha bisogno di parole inutili.
Se ne può semplicemente dedurre che è ovvio che non ci si faccia scrupoli a disarmarle, sottofinanziarle e trattarle con toni irriverenti come è avvenuto in più di un’occasione ultimamente. Come se fossero un inutile e costoso orpello da snaturare e anemizzare, in attesa che muoiano da sole. Intanto, per accelerarne l’agonia, una bella iniezione di sindacalizzazione ci sta proprio bene.
Che dopo le strisciate di sangue italiano lasciate in Somalia, Iraq, Afghanistan, Balcani, Libano in questi ultimi decenni, si arrivasse a immagini da “Festa della Mamma” di infimo ordine come queste per commemorare il primo centenario dell’unità nazionale e per ricordare i sacrifici dei nostri Soldati dell’inizio del secolo scorso è veramente scoraggiante. Quei contadini in grigioverde si fecero macellare, stritolare, gassare, smembrare per conquistarci un’Italia unita e indipendente, onorevole e padrona del proprio destino. E diedero prove di vis pugnandi e ardimento ammirate in tutto il mondo, ma che evidentemente devono essere negate, nascoste, per rinforzare luoghi comuni falsi ma utili a chi ci vuole ridotti a un popolo di malavitosi da rieducare ed ingabbiare o di bamboccioni da tener buoni col biberon.
I nostri eroici nonni meritavano altro. E pure noi.

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