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Pubblicato il 30/01/2018

NONNISMO IN SVIZZERA

Recluta costretta a correre seminuda davanti a tutti”
Il SISA denuncia abusi alla caserma di Coira, già segnalati alle autorità militari: “Umilianti sanzioni che sono illegali!”

Poche settimane fa il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) aveva deciso di riattivare il proprio servizio di consulenza per le reclute in difficoltà. E oggi arriva già una prima denuncia su quanto avviene all’interno della caserma di Coira. Il sindacato è infatti venuto a conoscenza di una situazione di abuso di potere ai danni di reclute alla seconda settimana di addestramento, che è già stata segnalata alle autorità militari affinché intervengano contro i graduati coinvolti.

Il sindacato parla in concreto di “metodi pseudo-educativi del genere “domani vi faccio morire” con annessa punizione collettiva per un banale alterco individuale durante una libera uscita e minacce alle reclute al fine di mettere tutto a tacere e non reclamare presso gli ufficiali per gli atteggiamenti sconvenienti dei sergenti”. Non solo. Al SISA risulta inoltre che “una recluta sia stata costretta a correre seminuda in caserma davanti a tutti durante la notte fra mercoledì e giovedì della scorsa settimana”. Una umiliante “sanzione” che, sottolinea il sindacato, “non è prevista da alcun regolamento militare ed è dunque illegale!”

“Non è la prima volta che fatti del genere, caratterizzabili come nonnismo, avvengono durante le scuole reclute” sottolinea il SISA, che ribadisce l’importanza del servizio riattivato: “In passato sono stati denunciati casi anche più gravi con feriti, a dimostrazione che il servizio offerto dal SISA è necessario e che l’esercito non sta prestando sufficiente attenzione a questi problemi”.

“Casi simili sono intollerabili” denuncia il sindacato, “e necessitano l’intervento deciso delle autorità preposte, affinché sia aperta un’inchiesta verso i sergenti in questione, evidentemente inadatti al comando, affinché non possano più commettere abusi ai danni dei coscritti e si rompa finalmente il muro di omertà a tutto vantaggio della credibilità delle stesse forze armate e della certezza del diritto”.

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