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Pubblicato il 26/03/2015

NUOVE TUTE PER I PALOMBARI US NAVY PER RIDURRE IL CONSUMO DI ELIO

Il nuovo scafandro per i subacquei della Marina Usa che serve a risparmiare elio

L’elio è un componente essenziale per per lavori subacquei ad alte profondità, ma è sempre più raro, molto meno abbondante di quando per la prima volta venne estratto nel 1903 dal sottosuolo del Kansas, da rocce nelle quali è imprigionato insieme al gas naturale.

Il suo utilizzo così diffuso sta facendo salire alle stelle i suoi prezzi che, pur essendo il secondo elemento osservabile più abbondante nell’universo, sul pianeta Terra è relativamente scarso: solo 5,2 parti per milione.


I sommozzatori e in particolare l’US Navy, la Marina militare Usa sta progettando una nuova muta subacquea che ridurrà l’utilizzo di elio.

Il nuovo equipaggiamento per i sub di alta profondità, sviluppato dagli scienziati della US Navy al Naval Surface Warfare Center di Panama City, in Florida, riduce drasticamente la quantità di elio richiesto da subacquei. Il prototipo di muta è stato realizzato nell’ambito del progetto Initial Response Diving (IRD) che ha l’obiettivo recuperare più rapidamente oggetti in acque profonde, intervenendo a profondità fino a 600 metri in tutto il mondo nel giro di 36 ore.

L’US Navy si è trovata così di fronte ad un problema: come e dove stoccare a bordo delle navi tutto l’elio necessario per i sommozzatori? Gli scafandri che attualmente utilizza la Marina militare Usa sono dotati del sistema utilizzati dalla Marina oggi utilizzano il “Fly-away mixed gas system” che emette l’aria espirata nell’acqua. Invece, il nuovo sistema semi-chiuso, riciclando parte dell’aria, riduce la quantità di elio che il sub deve trasportare e quindi anche quella che bisogna caricare sulle navi militari. Secondo gli esperti muta e scafandro sono stati progettati per ridurre drasticamente la richiesta di elio ed i prototipi testati «Hanno dimostrato che drastica riduzione dei consumi di elio è possibile».

L’US navy utilizza sistemi semi-chiusi fin dagli anni ’60, quando dotò i sui sommozzatori di MK 6 UBA, sia per incursioni che per lo sminamento. Poi questi robusti sistemi subacquei sono diventati uno delle cose più desiderate dai fotografi naturalisti subacquei, perché provocano minor disturbo alla fauna marina. Ma i militari non sono certo degli ambientalisti, la loro scelta è esclusivamente pragmatica: risparmiare questo gas sempre più costopso ma necessario per far andare i suoi sommozzatori a profondità proibitive.

Il progetto IRD potrebbe sostenere soccorsi salva-vita per i sopravvissuti intrappolati in una carena rovesciata, o la manutenzione di infrastrutture sottomarine. Il progetto potrebbe anche migliorare la valutazione e il prelievo di subacquei feriti, o permettere di recuperare rapidamente detriti sensibili caduti da navi, aeromobili o veicoli spaziali».

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