Pubblicato il 10/07/2024
ONU- L’AMBASCIATORE MASSARI: L’ATTENZIONE ALL’AMBIENTE GENERA ANCHE MIGLIORI CONDIZIONI DI SICUREZZA

foto Enzo Barraco – cortesia Il Giornale Diplomatico
L’ambasciatore italiano all’ONU, Maurizio Massari, è intervenuto al Consiglio di Sicurezza da rappresentante del Gruppo di Amici all’ONU per la Gestione Ambientale delle Missioni di Mantenimento della Pace (“LEAF”). La riunione era intitolata “Rafforzare l’azione preventiva: Dalle sfide ambientali alle opportunità di pace”.
Il Gruppo, co-presieduto da Italia e Bangladesh, è nato nel 2018 con il forte impulso di Roma e comprende 34 membri rappresentativi di tutti i gruppi regionali all’ONU: Australia, Bangladesh, Bhutan, Colombia, Cipro, Egitto, Etiopia, Finlandia, Francia, Gabon, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Kenya, Libano, Malesia, Mali, Marocco, Nigeria, Pakistan, Portogallo, Qatar, Senegal, Slovenia, Isole Salomone, Sudan, Tanzania, Tailandia, Ucraina, Stati Uniti, Uruguay, Unione Europea. Obiettivo del Gruppo è quello di sostenere l’attuazione della Strategia ambientale delle Nazioni Unite per le missioni sul campo emanata nel 2016 e del suo documento “Direzione 2023-2030 per la Strategia Ambientale delle Operazioni di Pace”, che traccia la rotta per operazioni di peacekeeping più sostenibili e responsabili dal punto di vista ambientale.
L’Italia è particolarmente presente in questo ambito anche in qualità di primo Paese contributore di truppe fra i Paesi occidentali, fra l’altro con un contingente di oltre 1000 unità in Libano (UNIFIL).
L’Ambasciatore Massari ha detto ai Quindici: “Ciò significa raggiungere la massima efficienza nell’uso delle risorse naturali, operare con il minimo rischio e avere un impatto positivo sulle persone e sugli ecosistemi”. Nell’intervento è stato sottolineato come le lezioni apprese dall’attuazione di pratiche sostenibili nelle missioni di mantenimento della pace forniscano spunti preziosi per la prevenzione dei conflitti: la gestione ambientale può infatti migliorare la resilienza operativa delle missioni ONU e la sicurezza dei caschi blu, ripristinare la fiducia a livello locale e lasciare un’eredità positiva dopo la partenza delle missioni.
L’esperienza ha dimostrato, ad esempio, che l’uso di energie rinnovabili può ridurre la dipendenza da lunghe linee di rifornimento per il carburante e diminuire i rischi di attacchi asimmetrici ai convogli di rifornimento. “Coinvolgendo e riunendo le comunità locali intorno a obiettivi ambientali condivisi, le missioni di pace possono creare nuove vie di dialogo e collaborazione.
Le missioni contribuiscono anche a sviluppare la capacità del Paese ospitante di gestire l’ambiente e l’energia verde”.