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Pubblicato il 17/12/2018

OPERATORI DI SICUREZZA IN TEATRI AD ALTA INTENSITA’: L’ ANALISI DI AIRPRESS

L’autorevole giornale AIR PRESS ha svolto in due puntate una analisi dello “stato dell’arte” sugli operatori di sicurezza italiani ( contractors) .
L’ autore è Biagio Costanzo, dirigente di Azienda e docente in Scienze criminologiche per la difesa e la sicurezza, che riassume in due articoli la situazione giuridica italiana.

Sappiamo che per un operatore del settore non basta la semplice esperienza militare perchè le attività del lavoro sono differenti da quelle delle Forze armate.
Un operatore deve formarsi a seconda delle caratteristiche del singolo incarico. Non basta saper sparare ed avere prestanza fisica: bisogna conoscere le lingue, sapere di politica internazionale, di normative, di storia e sociologia del Paese dove si svolgerà l’incarico, nonché delle procedure standard operative.

I compiti sono quasi sempre a carattere difensivo. Protezione delle persone, difesa di installazioni-chiave, addestramento delle Forze di polizia locali, e supporto agli organismi internazionali e a quelli nazionali nei Paesi post-conflitto. I campi in cui operano hanno tutti la finalità di creare dispositivi di sicurezza per garantire le attività di ricostruzione e di separazione delle fazioni.

La scelta cade su di loro per rapidità burocratica e velocità di impiego e di schieramento sul terreno , nonchè per valutazioni di natura politica ed economica: in altre parole c’è un sensibile abbattimento dei costi e dei tempi rispetto a forze tradizionali.

Regno Unito ed Est Europa, ma anche Francia e in Germania sono le nazioni col maggior numero di agenzie di reclutamento.
In Italia non esistono realtà di questo settore che abbiano capacità economico-finanziarie come, ad esempio, “Aegis” , inglese oppure l’americana Gardaworld che l’ha acquistata, provenendo dal trasporto valori e sicurezza aeroportuale.
Esiste un “Documento di Montreux” del 2008 , sottoscritto al momento da 49 Paesi, che traccia il profilo di diritto internazionale legato alle società private armate. L’Italia l’ha firmato nel 2009.
Nel documento è presente la distinzione tra Stati che impiegano operatori , Stati in cui operano e Stati in cui tali società hanno sede. Il diritto internazionale umanitario e la legislazione sui diritti dell’uomo hanno specifici riferimenti alle tre situazioni. Il documento contiene le normative stabilite in materia di PMSC ( acronimo inglese:Private Military & Security Companies, ndr) , di armi e di servizi armati, di introduzione di regimi e organizzazione che siano trasparenti, della concessione di autorizzazioni,di adozione di misure tese a garantire comando, controllo e responsabilità tracciabile, affinchè soltanto le PMSC che rispetteranno il diritto internazionale possano fornire i loro servizi.
Per approfondire: https://www.airpressonline.it/36972/contractor-private-military-companies-costanzo/

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