OPINIONI

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Pubblicato il 18/04/2019

OPINIONE SUL BUONISMO VERSO GLI IMMIGRATI di Corrado Corradi

«Si tratta di un flusso migratorio inarrestabile perché fuggono condizioni di vita insopportabili create da noi » … questa é, più o meno, la frase ricorrente di chi vorrebbe accogliere tutti i migranti clandestini”.

Balle !!

Di quali condizioni di vita insopportabili create da noi vanno cianciando i professionisti dell’ «accogliamoli tutti perché siamo stati troppo cattivi»?

Se da una parte é vero che l’ideologia del colonialismo pre-fascista é attribuibile a quell’insopportabile razzismo sordo e inconfessato che sottende la visione positivista (quindi non Cattolica) della società, é altrettanto vero che una giusta dose di sano pragmatismo induce a porsi le seguenti domande che di primo acchito potrebbero anche sembrare oziose (perché la storia non si fa con i «se») ma che inducono a rivedere più obiettivamente un periodo usato in maniera ideologicamente disonesta da chi intende alimentare falsi sensi di colpa essendo rimasto fermo al mendace film la battaglia di Algeri»:
• se i colonizzatori fossero stati gli africani, gli arabi o gli indiani, siamo sicuri che questi si sarebbero comportati meglio di francesi, inglesi, tedeschi, belgi, spagnoli, portoghesi e italiani ? ossia, i musulmani, gli indù, i buddisti e gli animisti, si sarebbero comportati meglio dei cristiani?
• E, trascorso il tempo di quel colonialismo, avrebbero maturato gli stessi complessi di colpa che noi continuiamo ad alimentare dopo ben tre generazioni che il colonialismo ha smesso di esistere?
• E nelle nostre campagne e città avrebbero lasciato quello che abbiamo lasciato noi nelle loro?
Sono personalmente convinto di NO perché, fatta la tara degli eccessi commessi da alcuni coloni fetenti, il rapporto colonizzato/ colonizzante si basava su un’etica cristiana:
• Se fossimo stati colonizzati da etnie musulmane saremmo dovuti diventare musulmani o avremmo dovuto accettare la condizione di dhimmitudine;
• Se fossimo stati colonizzati dagli indiani probabilmente questi non avrebbero forzato la mano sulla conversione ma saremmo stati ostaggio di una condizione di privazione dei diritti umani universali, come ne sono privi gli uomini delle caste inferiori; e comunque, dove imperano gli induisti, ai cristiani che non abiurano é riservata una vita ben grama, basti guardare cosa avviene in Bangla-Desh o in India (altro che poetico ed esotico «namasté» a mani giunte).
• Se fossimo stati colonizzati dagli africani, stanti i loro capi di stato quali Bokassa, Idi Amin Dada, Menguitszu, Ciombé, Mugabe e compagnia brutta, questi non avrebbero avuto le stesse remore (ancorché a volte tradite) che i coloni bianchi hanno avuto nel trattare il colonizzato.
Quanto al lascito post coloniale, analizzati i livelli tecnologici, costruttivi, organizzativi, produttivi, dei paesi già colonizzati, non penso proprio che avrebbero potuto contribuire al nostro sviluppo come noi colonizzatori abbiamo contribuito (pur con tutte le contraddizioni, ipocrisie, cattiverie) al loro; a titolo di esempio consiglio di consultare un Calendario Atlante De Agostini degli anni 30-40 per rendersi conto di cosa il colono italiano aveva portato in terra d’Etiopia, anche in paesini dell’entroterra (ambulatori medici e veterinari, uffici postali, strade, ponti, corriere, ferrovie, funivie, fabbriche/manifatture, etc).

Questo per insistere sulla necessità di smettere di fare un’autocritica dal sapore maoista, con pochi addentellati con la realtà storica, che va ad alimentare sia i nostri complessi di colpa ma soprattutto il revanscismo di chi in maniera clandestina o legale giunge da noi e si fa anche un dovere di metterci in mora.

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