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Pubblicato il 24/02/2016

Paralimpiadi militari, un team di “Super abili” agli “Invictus Games”

Roma – Un team di “Super abili” azzurri per la seconda edizione degli Invictus Games, le ‘paralimpiadi militari’ volute dal principe Harry, in programma a Orlando, in Florida, dal 6 maggio. Le selezioni per gli atleti italiani sono in corso nella caserma della Cecchignola, a Roma, dove una trentina di soldati invalidi sono arrivati da ogni parte d’Italia per candidarsi a sfidare le altre 13 rappresentative in una serie di discipline tra cui il rugby in carrozzina, il nuoto e il rowing. Per Adelmo Lusi, presidente del Gruppo sportivo paralimpico della difesa e generale capo del V reparto dello Stato maggiore, l’handicap è un ostacolo che i soldati sono riusciti a “superare, andando oltre i propri limiti. Ciò fa di loro dei “super-abili” non dei “superati”. E continuano a far parte delle forze armate in servizio attivo nel Ruolo d’Onore

Per il tenente colonnello Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valore militare, i ragazzi sono “soldati prestati allo sport che hanno intenzione di continuare a servire il paese e che lo fanno in tuta ginnica” ha detto all’Agi. “Attraverso lo sport continuano a fare il loro dovere, esattamente come viene insegnato a noi atleti”. Sotto l’intervista a Gianfranco Paglia

LA INTERVISTA AL TENENTE COLONNELLO GIANFRANCO PAGLI A

 

Il gruppo, nato nel 2014, conta 30 atleti totali, tra cui 28 uomini e 2 donne che con lo sport riescono a reinventarsi. Lo sa bene Oscar De Pellegrin, medaglia d’oro nel tiro con l’arco alle Paraolimpiadi di Londra 2012 e ora nella dirigenza di Fitarco e nel Comitato Italiano Paralimpico: “Lo sport è un occasione di confronto, di integrazione, offre la possibilita’ di girare il mondo, ma soprattutto trasforma un ‘disabile che pratica sport’ in un ‘atleta’” spiega. “Londra per me rappresenta un’esperienza perfetta. Ero anche portabandiera e tra interviste e attività correlate ho rischiato di arrivare stanco alla gara, che è lo scopo per cui si partecipa. Ma ce l’ho fatta” continua. Tra gli sportivi radunati alla Cecchignola c’è Domenico Russo, che nel 1999 ha perso l’occhio sinistro in un incidente durante le esercitazioni al Campo Teulada, a Caserta. Non si è arreso e nel 2014, alla prima edizione degli Invictus Games, ha portato a casa una medaglia d’oro nei 200 metri sprint. “Ancora non ci credo” racconta, sottolineando che a colpirlo di più è stato il fatto di “essere trattato come un atleta” . E c’èanche Ferdinando Giannini che ha perso una gamba non in missione di pace o sul campo, ma in un incidente in Italia. Il nuoto e il tiro a segno sono le sue specialità sportive ma, reduce da un intervento e dalla riabilitazione, in questi giorni “lascerò spazio a può portare a casa una medaglia”.

Ognuno ha la sua esperienza, il suo vissuto, spiega la psicologa dello Stato Maggiore Isabella Locastro. “Lavoriamo sul concetto di resilienza, cioè insegniamo a interiorizzare un’esperienza negativa e ad andare oltre, senza rimanerne schiacciati” ha dichiarato la dottoressa. E in questo contesto il gruppo aiuta: “incontrare persone che hanno già vissuto quella stessa esperienza e che ne stanno uscendo serve da stimolo”. Quanto allo sport, continua Locastro, “permette di confrontarsi col proprio limite e di andare oltre. Rimbalzare e ripartire”.

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