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Pubblicato il 16/01/2014

PARTITA LA NAVE NBC CAPE RAY AMERICANA. VERRA’ IN ACQUE INTERNAZIONALI DEL MEDITERRANEO PER DISTRUGGERE LE ARMI CHIMICHE SIRIANE

NEW YORK L ascerà fra domani e sabato il porto di Norfolk, in Virginia, la Cape Ray, la nave-laboratorio americana incaricata di distruggere l’arsenale chimico siriano in acque internazionali. La sua partenza è un altro pezzo dell’operazione coordinata dalle Nazioni Unite e dalla l’Opac, l’organizzazione internazionale per il divieto delle armi chimiche che sovrintende all’operazione, possa essere portata a termine.

Il “disarmo” siriano a favore delle tante fazioni tra le quali anche molti jidaisti e seguaci di Al Qaueda, indebolisce Assad anche se non garantisce stabilità in quel paese.

La grande nave mercantile, presa in affitto dalla Marina militare Usa, impiegherà dai 10 ai 14 giorni per raggiungere le coste italiane, dove prenderà possesso del pericoloso carico e dove opereranno gli esperti del Centro chimico e biologico dell’esercito Usa di Edgewood, in Maryland.

I 63 tecnici civili impiegheranno dai 45 ai 90 giorni per neutralizzare 700 tonnellate di gas letali come l’iprite e il sarin. Un compito delicato che non è mai stato affrontato in mare, ma per il quale si sono preparati per settimane.

Negli ultimi giorni l’equipaggio della Cape Ray, ad esempio, ha testato i macchinari di bordo in mare, per monitorare l’effetto del rollio delle onde sul funzionamento dei due sistemi per l’idrolisi caricati a bordo. Intanto i 35 marinai agli ordini del capitano Rick Jordan, e da lui scelti uno a uno per mesi, hanno inscenato tutte le possibili situazioni di emergenza che possono verificarsi a bordo, dalla fuga di sostanze chimiche all’incendio, dal danno fisico all’imbarcazione a condizioni climatiche avverse, mettendo alla prova la loro capacità di risposta.

E, secondo Jordan, che ha 40 anni di navigazione, «hanno passato ogni test con il massimo dei voti». Ma la responsabilità del capitano è altissima, e il rischio di attacchi alla nave assai concreto, tanto che la Cape Ray non sarà mai sola, ma sempre accompagnata da navi da guerra americane.

A bordo inoltre, insieme ai marinai e al personale tecnico, è già arrivata una squadra di 40 militari Usa delle forze speciali .

«La nostra principale preoccupazione è la sicurezza – spiega dalla Cape Ray Frank Kendall, il sottosegretario alla Difesa che ha coordinato la logistica dell’operazione –: sappiamo di avere a che fare con sostanze molto pericolose, con molte incognite sul tempo metereologico e sulla durata della missione. Riconsegneremo questa nave pulita come quando l’abbiamo ricevuta e ci disferemo del carico senza pregiudicare la salute dell’equipaggio o l’ambiente. Questo è un compito che sappiamo come portare a termine, e siamo fiduciosi che lo faremo in modo competente ». O

Ognuna delle 138 persone a bordo della Cape Ray ha ricevuto una maschera anti-gas su misura e si è allenata per giorni a raggiungere i punti di evacuazione della nave con gli occhi bendati, per non rischiare il panico in caso i corridoi siano pieni di fumo.

Gli elicotteri delle navi che l’accompagneranno hanno simulato più volte il salvataggio dell’equipaggio senza toccare il ponte della nave. «Abbiamo dovuto adattare la tecnologia che abbiamo utilizzato negli Stati Uniti per la distruzione delle nostre stesse armi chimiche a un ambiente più ristretto e che si sviluppa su diversi livelli – spiega Adam Baker, ingegnere ambientale del Centro chimico di Edgewood – e siamo pronti a farla partire a ciclo continuo. Solo in caso di mare estremamente agitato o di attacco esterno interromperemo le operazioni. Abbiamo previsto ogni eventualità. Il resto è pura chimica».

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