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Pubblicato il 27/12/2014

PER QUANTO SIA VASTA L’OSCURITA’ DOBBIAMO PROCURARCI DA SOLI LA NOSTRA LUCE ( Stanley Kubrik))

Pietro Trabucchi, che inizia così il libro di cui Vi suggeriamo la lettura, è uno psicologo “dell’estremo”, ovvero un atleta e studioso che si è messo alla prova, correndo o scalando o navigando a fianco di personaggi-simbolo o in solitaria, nel mondo dello sport “difficile” e vero, quello che spinge al limite delle capacità fisiche e mentali; grazie alle durissime prove fisiche a cui si è sottoposto e alle quali si sottopone tutt’ora, Trabucchi ha approfondito i meccanismi per attingere alle risorse del corpo e della mente. Dopo la pubblicazione di alcuni best seller che insegnavano a resistere allo stress, alla fatica e alle avversità, ecco un libro-analisi, che riassume, svelandoli, i meccanismi di abbattimento della volontà e gli strumenti interiori da coltivare per neutralizzarli. Ora è assai più di uno psicologo dello sport.
walter amatobene

CONSIDERAZIONI DELL’AUTORE

Prima ancora che economica, la crisi da cui tutti ci sentiamo attraversati si sta rivelando, essenzialmente, interiore. Nella nostra società, caratterizzata dal venir meno dei tradizionali vincoli di fiducia e di responsabilità, assistiamo infatti a un progressivo indebolimento delle forze mentali e motivazionali degli individui. Se, come sembra, il dominio incontrastato della tecnologia ha tracciato l’unico orizzonte possibile di futuro, non vale più nemmeno la pena chiedersi se Internet ci renda stupidi o intelligenti. La risposta c’è già: essere sempre connessi con un altrove, “condividere” ogni esperienza per la paura di non percepirla come davvero reale, ci sta trasformando in persone disattente, distratte, dissociate. Se non utilizzate in maniera consapevole, le tecnologie digitali – computer, social network, smartphone – riducono la capacità di rimanere concentrati anche per pochi istanti su di un obiettivo, minano le nostre fondamenta corporee e percettive. Sono tanti i fattori educativi e culturali legati allo stile di vita che determinano un simile scenario: crediamo che ogni minima difficoltà possa essere affrontata e superata per mezzo di pillole o aiuti esterni; ci sentiamo demotivati quando la nostra volontà individuale è ostacolata perché in antitesi con la propensione al consumo; miti come “il talento” o le “capacità innate” – supportati dal ricorso a una genetica non di rado fraintesa erodono la fiducia nelle capacità personali del soggetto.

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