OPINIONI

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Pubblicato il 16/06/2019

PETROLIERE E ATTENTATI NELLO STRETTO DI HORMUZ: CI RISIAMO?

di Ciorrado Corradi

La questione delle due petroliere silurate o colpite da chissà quale altra forma di attacco iraniano nello stretto di Hormuz, é evidentemente una manfrina… una vergognosa manfrina mal congegnata o, se volete, una manfrina congegnata vergognosamente male, perché… va bene tutto ma ogni cosa ha un limite… abbiamo bevuto le armi di distruzione di massa e i supercannoni di Saddam e poi le armi chimiche di Assad, ma con queste due petroliere si é affermato un principio: ci considerano cosi’ tanto gonzi che non si industriano nemmeno più di tanto per costruire casus belli credibili.

Pero’, c’é un pero’: se da una parte il Segratario di Stato Mike Pompeo si sbraccia per far passare la tesi che gli iraniani sono cosi’ imbecilli da compiere attentati inefficaci e dal tempismo sbagliato, é evidente invece che Trump, il quale aveva già lanciato la proposta di un incontro chiarificatore analogo a quello avvenuto con la Corea del Nord, continua a cincischiare, probabilmente perché si é reso conto che il suo Segretario ha abboccato come un luccio all’amo che qualche «cannoniere» o «petroliere» yankee in vena di stravolgere gli equilibri di quell’area e scucire incrementati guadagni, gli ha lanciato.

I mei commmilitoni del GOI si sganasciano dal ridere al pensiero che un battello si sia avvicinato a una petroliera e gli abbia incollato, come un francobollo, sulla murata di destra una mignatta (anche perché di solito le mignatte si posano sotto carena).

E i sommergibilisti, mi assicurano che non hanno mai visto un siluro colpire sopra la linea di galleggiamento… il siluro canguro ancora non é stato inventato, dicono.

Certo, da qualche tempo la tempesta si stava addensando in quell’area ma, forse, proprio quella incredibile cialtronata sostenuta dal Mike Pompeo, facilmente, troppo facilmente smontabile, potrebbe averla disinnescata.

E’ vero che da un po’ che in quell’area si guardano in cagnesco (ma nemmeno troppo) due coalizioni:
• Una, cosi’ innaturale che basta un nonnulla per mandarla in frantumi, é composta da Stati Uniti-Israele-Arabia Saudita ;
• L’altra, consolidata da tempo, é composta da Iran e Russia (e, in maniera più discreta, anche dalla Cina).
Gli yankee sanno che l’Iran non é l’Iraq, e che é ben più «cazzuto», armato e deciso e il suo territorio é orograficamente più articolato, e sanno pure che la Russia odierna non é più quella dell’Armata Rossa formata da orde di uomini che avanzano con pastrano e AK47, ma é qualcosa di ben più organizzato, efficiente, moderno e micidiale, e più ancora sanno che la Russia, come la Roma antica, non ha mai tradito i suoi alleati quindi sarà ben difficile che abbandoni l’Iran in balia di una coalizione simile ad un’armata brancaleone tenuta insieme dal solo vièto interesse di qualche centro di potere interno ad essa.

Comunque, i generali yankee e israeliani sono coscienti di questa realtà che richiamerebbe a più miti consigli qualsiasi militare di buon senso; quanto a quelli Sauditi, beh, a capo di una coalizione di stati arabo-islamici in Yemen, sono riusciti a buscarle dai ribelli Houti (armati dall’Iran) che il 12 giugno sono addirittura riusciti a lanciare un missile sul suolo saudita colpendo l‘Abha International airport.

Certo, rimane l’opzione «ordigno nucleare tattico» ma mi sembra un po’ troppo anche per Trump il quale avrà anche i capelli ossigenati e l’atteggiamento del Cow-boy, ma non é mica fesso, e il fatto che Mr President continui a cincischire di fronte alle accuse lanciate dal suo Segretario di Stato, e ai peana dei suoi del golfo, fa ben sperare.

Staremo a vedere.

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