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Pubblicato il 09/02/2015

PIRATERIA MARITTIMA IN RIALZO TRA GUINEA LIBERIA E NIGERIA . AGENZIE PRIVATE STRANIERE NON GRADITE DALLA NIGERIA

PARMA- Tornano a vincere i pirati nigeriani nel Golfo di Guinea. In solo due mesi sono stati dieci gli attacchi pirati già segnalati contro i 33 nei primi 9 mesi del 2014.

Una della cause è la ostilità delle autorità dei Paesi costieri nei confronti delle società di sicurezza private straniere, per favorire agenzie locali meno preparate e attive, e talvolta colluse.

Con l’indebolimento della difesa armata si sta assistendo ad una ripresa rapida del fenomeno nel Golfo di Guinea. L’ultima ad essere assaltata è una superpetroliera, la ‘Mt Kalamos’, maltese. di proprietà della greca AEOLOS MANAGEMENT SA.

A bordo della nave 23 membri di equipaggio di diversa nazionalità di cui almeno 10 cittadini greci. La superpetroliera ‘Kalamos’ proveniente dalla Cina era giunta in Nigeria lo scorso 31 gennaio. L’abbordaggio è avvenuto il 3 febbraio scorso mentre la petroliera era alla fonda nei pressi del terminal petrolifero di Qua Iboe nel sud-est della Nigeria dove era in attesa di caricare prodotti petroliferi. Nel corso dell’assalto alla nave greca è rimasto ucciso uno dei membri dell’equipaggio, il vice comandante di nazionalità greca, mentre altri tre marittimi, due greci e un pachistano, sono stati presi in ostaggio dai predoni del mare che li hanno condotti via con loro dopo aver abbandonato la nave. Appena una settimana prima, il 30 gennaio, era toccato al peschereccio ‘Lu Rong Yu Yuan 917′ battente bandiera del Ghana. L’imbarcazione era stata attaccata e dirottata da 8 pirati nigeriani sempre nel Golfo di Guinea, ma in acque del Togo. A bordo del peschereccio 27 membri di equipaggio, 25 di nazionalità ghanese e 2 cinese. Nel corso dell’assalto pirata uno dei membri dell’equipaggio di nazionalità ghanese è rimasto ucciso dopo essere stato accoltellato e altri 3 risultano ancora dispersi. Dalle prime testimonianze sembra, che in seguito all’assalto pirata, una parte dell’equipaggio, almeno 20 marittimi, siano saltati in acqua, volontariamente o costretti non è ancora stato chiarito. Di questi uomini, una parte successivamente è stata recuperata in mare da una motovedetta della Guardia Costiera del Togo. Purtroppo 3 di questi marittimi mancano ancora all’appello. Inoltre, sembra che almeno altri 7 marittimi siano rimasti a bordo dell’imbarcazione che caduta nelle mani dei predoni del mare è stata usata per allontanarsi in alto mare. Successivamente i banditi hanno abbandonato la nave e rilasciato i 7 marittimi. Con molta probabilità nelle intenzioni dei predoni del mare era di impadronirsi della barca da pesca per poi, utilizzarla come nave madre. A mettere in fuga i pirati è stato l’arrivo provvidenziale di una motovedetta della Guardia Costiera del Togo che ha aperto il fuoco contro i pirati e li ha anche inseguiti per un tratto di mare fino al confine marittimo con il Benin.

Fino ad oggi il contrasto alla pirateria marittima e la difesa armata delle navi è stata prerogativa della Marina Militare dei Paesi costieri. In particolare a gestire il tutto è l’agenzia di sicurezza nigeriana, NIMASA, e la Marina Militare nigeriana. Per poter detenere il controllo del business della difesa armata delle navi ovviamente, comporta il non permettere l’intrusione nel mercato di agenzie e guardie armate straniere. Le autorità regionali giustificano la loro avversione alla presenza di guardie armate straniere e a bordo delle navi commerciali spiegando che la presenza di stranieri armati potrebbe minacciare la pace e la calma di cui godono le acque del Golfo di Guinea e inoltre, questo potrebbe avere anche una possibile ricaduta sulla sicurezza sulla terraferma.

Proprio nei giorni scorsi la NIMASA ha reso noto che sono state sottoposte a fermo ben tre navi per violazione degli accordi di sicurezza. Si tratta della MT LILLA VICTORIA, MT UACC AQUILA e la MT MORGANE. Le autorità nigeriane hanno reso noto che le tre navi avevano imbarcato a bordo, oltre l’equipaggio, anche dei cittadini britannici risultati essere dipendenti di una società di sicurezza private estere specializzate nella difesa armata e nel dare addestramento all’uso delle armi. A bordo non sono state trovate armi. La NIMASA ha riscontrato che il loro imbarco è avvenuto in Ghana e Costa d’Avorio dove il personale straniero vi è giunto direttamente con voli dall’Europa.

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