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Pubblicato il 14/04/2015

POGGIO RUSCO: ANPDI CELEBRA 70 ANNI DELLA OPERAZIONE HERRING

PARMA- L’ANPD’I celebrerà solennemente i 70 anni della operazione Herring a Poggio Rusco ( Mantova) il 17 ,18 e 19 Aprile : oltre ad avere scelto la località per l’ Assemblea Nazionale che è il più importante momento associativo, il generale Fantini ha indetto anche il Raduno Inter regionale.

La Brigata Paracadutisti Folgore partecipa con un lancio militare

Il 17 mattina verranno lanciati paracadutisti del 183mo Nembo(erede della Centuria Nembo cui appartenevano i 14 paracadutisti caduti a Dragoncello) e del 185° Reggimento R.A.O. ‘Folgore’ al quale è stata assegnata la Bandiera di Guerra che fu dello 3° Battaglione Paracadutisti Poggio Rusco. E’ prevista la presenza a bordo del lancio militare di un picchetto di soci ANPDI al seguito del Medagliere Nazionale

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti presiede il Comitato d’onore del 70° anniversario. Sono attesi i massimi vertici dell’Esercito, della Brigata Paracadutisti Folgore e del Comando della Forze Speciali, il sindaco di Condé sur Noireau (Francia) con il senatore Pascal Alizard, i familiari dei generali Francesco Gay e Guerrino Ceiner che guidarono l’Operazione, la partigiana paracadutista Paola Del Din, Medaglia d’Oro al Valor Militare e cittadina onoraria poggese. Ci saranno anche alcuni reduci dell’Operazione Herring,

Sabato 18 verrà inaugurato il “Parco Comunale Operazione Herring” a Mirandola, (Modena) mentre la sera , alle 2030, nel Teatro comunale di Poggio Rusco ci sarà una ricostruzione storica della operazione che vide coinvolti i nostri paracadutisti al fianco degli angloamericani.

Domenica 19 aprile ci sarà sfilata dei paracadutisti da piazzale Zanardi fino allo stadio comunale dove si terrà la manifestazione conclusiva con il lancio, da parte dei paracadutisti del Centro Sportivo dell’Esercito, con la loro bandiera tricolore da mille metri quadrati.

L’ANPD’I rivolge a tutti i paracadutisti l’invito a partecipare a questa “tre giorni” in una località che racchiude un pezzo di storia della Folgore.

OPERAZIONE “HERRING n.1″
20-23 aprile 1945

L’Operazione Herring n.1 fu ideata dal comando Anglo-Americano alla vigila dello sfondamento della line gotica, quando si propose di ritardare la ritirata delle forze tedesche per indebolirle prima che queste varcassero il Po, dove avrebbero potuto riorganizzarsi . Il secondo obiettivo era quello di facilitare l’avanzata delle forze angloamericane rendendo sicure le maggiori arterie stradali e tentando di salvare alcuni ponti già minati dalle truppe tedesche. Per ottenere questi risultati era necessario l’utilizzo di truppe di paracadutisti da lanciare nelle retrovie del nemico per creare panico e confusione. Poiché gli Alleati non disponevano di queste forze sul territorio nazionale, furono scelte aliquote di paracadutisti italiani che , alle dipendenze del XIII° Corpo d’Armata Britannico , combattevano già come truppe di fanteria sia nel Reggimento “Nembo” del Gruppo di combattimento Folgore sia nello Squadrone F.

Questi reparti appartenevano inizialmente alla divisione paracadutisti Nembo, che, dopo l’8 settembre 1943, si era trovata divisa su fronti opposti: una parte si era rifiutata di cambiare alleato e combattè sul fronte alpino occidentale, ad Anzio e in Russia mentre l’altra parte si era posta alle dipendenze dei reggimenti angloamericani . Gli inglesi scelsero due centurie comprensive di 226 paracadutisti di cui 117 dello Squadrone F e 109 della Centuria Nembo comandata dal Ten. Guerrino Ceiner ( cliccate qui per leggere la composizione delle pattuglie). Gli uomini furono divisi in 26 pattuglie e ad ognuna fu assegnata una zona di lancio nel triangolo che aveva per vertici Mirandola (Modena), Ostiglia (Mantova) e Ferrara , con epicentro nel paese di Poggio Rusco (nella bassa pianura mantovana).

Tutti i militari, prima di prendere parte all’Operazione Herring frequentarono un breve corso di paracadutismo a Gioia del Colle (Bari) e furono addestrati all’uso del paracadute inglese (non va dimenticato il fatto che questi paracadutisti non si lanciavano più da prima dell’8 settembre 1943 ); finito il corso a Bari frequentarono un corso per sabotatori tenuto da esperti dell’ISAS.

ARMAMENTO ED EQUIPAGGIAMENTO INGLESE
A tutti i paracadutisti fu dato armamento sia collettivo – un mitra Bren e due Stern per ogni squadra- che individuale – pistola beretta o revolver smith & wesson, mitra beretta con 400 colpi, bombe a mano esplosive incendiarie e illuminanti, pistola very lanciarazzi, pugnale “F.S”, esplosivo al plastico congegni a strappo e a precisione , micce , pinze , coltello a serramanico , capsule, scatola di nerofumo, siringhe di morfina, bussola, viveri e generi di conforto per due giorni e mappe della zona in scala 1:50.000. – Le mappe furono consegnate ai militari la notte stessa del lancio, in quanto fino a prima non sapevano dove sarebbero stati aviolanciati. Unico preavviso dato ai paracadutisti fu che avrebbero dovuto agire nelle retrovie del nemico per un periodo di 36 ore e successivamente mimetizzarsi in attesa delle truppe Alleate; gli fu anche notificato che nelle zone di lancio non esistevano formazioni partigiane, informazione che poi non si rivelerà veritiera.

19 APRILE 1945 : ORDINE DI OPERAZIONE
Il 19 aprile 1945 il comando inglese diede l’ordine di movimento: era iniziata l’Operazione Herring n.1. La notte successiva, dalle ore 21 a poco oltre la mezzanotte, i paracadutisti si lanciarono da un’altezza variabile tra i 300 ed i 1000 metri, ma i lanci furono in parte errati a causa della forte reazione della contraerea tedesca che costrinse i piloti a cambiare rotta o ad aumentare la velocità facendo finire i militari spesso fuori obiettivo e disseminandoli in piccoli gruppi di 2-4 uomini .

Nel complesso i paracadutisti in tre giorni di aspri combattimenti portarono a temine la loro missione catturando 2000 nemici, attaccando colonne tedesche, minando 7 strade di grande traffico, distruggendo 77 linee telefoniche, salvando alcuni ponti utili agli alleati e comportando soprattutto grande panico nelle retrovie del nemico. Le perdite totali tra le pattuglie dello Squadrone F ammontarono a 14 feriti, 10 dispersi e 21 caduti , pari a circa 20% delle forze impiegate.

L’IMPIEGO DEI PARACADUTISTI SUI FRONTI DI GUERRA
Sui 20.000 paracadutisti addestrati fra Libia, Tarquinia e Viterbo soltanto una percentuale irrisoria partecipò a lanci di guerra: 80 unità furono impiegate a Cefalonia, 240 in Africa Settentrionale e Sicilia suddivise in pattuglie ed circa 50 con il ruolo di informatori S.I.M. (1,7 % circa del totale) . Contrapposti a questi vi sono 30.000 paracadutisti tedeschi, 48.000 americani e 16.000 britannici; 10.000 furono anche i russi lanciati contro i tedeschi con 1.800 polacchi, 1.200 francesi e i 400 tra belgi e olandesi del SAS.
UNICO AVIOLANCIO DI GUERRA IN ITALIA
Le scuole italiane avevano addestrato 18.500 militari del Regio Esercito fra Libici, Folgore, Nembo e Ciclone, oltre a 600 arditi del X Rgt. , 600 Marò NP ed 850 aviatori. Dopo cinque anni di guerra ci fu l’occasione di partecipare all’unico lancio di guerra sul territorio metropolitano: l’Operazione Herring n.1 costituì in realtà l’operazione di aviolancio più importante realizzata dalle truppe italiane durante tutto il secondo conflitto mondiale. Dopo l’Operazione Herring n.1 i militari dovevano essere impiegati in un secondo aviolancio, con destinazione Trieste, ma l’operazione non si svolse e lo Squadrone F venne sciolto.

FOTO: IL LANCIO “STORICO” DA C47 DAKOTA EFFETTUATO A POGGIO RUSCO NEL 2007

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