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Pubblicato il 03/04/2015

PROPOSTA DI LEGGE PER RIABILITARE I FUCILATI ITALIANI DI CAPORETTO

La Grande Guerra e i fucilati da riabilitare: una proposta di legge

Una proposta di legge e un appello alle più alte istituzioni per far sì che in occasione del centenario della Grande Guerra si approfondiscano le centinaia di casi di processi e fucilazioni, arrivando alla riabilitazione di tanti militari italiani passati per le armi da Cadorna. L’appello è firmato da storici, intellettuali e responsabili di associazioni combattentistiche che chiedono di verificare le migliaia di punizioni esemplari imposte dal generale Cadorna a ridosso di Caporetto.
Coloro che abbandonarono e postazini e che furono in alcuni casi bombardati e mitragliati per convimcerli a non disertare, vanno riabilitati, secondo gli estensori dell’appello.-

Un libro di Enzo Forcella e Alberto Monticone del 1968 ( Plotone di esecuzione) e altri studi fra cui quello di Irene Pluviano e Marco Guerrini del 2004 ( Le fucilazioni sommarie nella prima guerra mondiale) e più di recente inchieste giornalistiche, sono gli appoggi documentali per la petizione.

La Francia, pur avendo circa il doppio di uomini impegnati al fronte, portò davanti al plotone d’esecuzione meno di 700 soldati, la Gran Bretagna 306, la Germania 400. L’Italia conta 750 fucilati dopo un processo cui vanno aggiunte 300 fucilazioni al fronte, senza dibattimento.

In Francia un’iniziativa analoga ha portato a erigere un monumento ai fucilati all’Hôtel National des Invalides come atto di riconciliazione.
In Italia la questione è all’attenzione del Comitato interministeriale per il Centenario della Prima Guerra mondiale, che coordina gli eventi in programma, presso la presidenza del Consiglio, al quale si è aggiunto un comitato tecnico-scientifico di studio e ricerca sull’operato della giustizia militare durante la Grande guerra.
«La disciplina che regolava l’Esercito italiano è passata alla storia come una delle più severe tra quelle applicate dagli Stati coinvolti nella prima Guerra mondiale», ha ricordato Gian Piero Scanu, deputato del Pd, componente della Commissione Difesa e primo firmatario (con Francesco Saverio Garofani e Giorgio Zanin) della proposta di legge presentata ieri alla sala stampa della Camera, alla presenza di monsignor Angelo Frigerio, vicario generale dell’Ordinariato militare.

Essa prevede l’attivazione d’ufficio della procedura per la riabilitazione dei militari condannati a morte nel corso della Prima Guerra mondiale escludendo i responsabili di reati che sarebbero stati tali anche in tempo di pace, quali omicidio, saccheggio e violenza sessuale. Le richieste di riabilitazione andranno indirizzate al Procuratore generale militare presso la Corte militare d’appello, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge.

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