CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 18/06/2021

PROTEZIONE ANTI DRONE DEL PRESIDENTE USA: LANCIARAZZI CON RETI E DISTURBATORI RADIO

BRUXELLES- La protezione del presidente americano ha scierato anche Un lanciarazzi spellegiabile in grado di lanciare reti per imprigionare i droni ed un fucile australiano invia frequenze di disturbo che fanno atterrare docilmente il drone al suolo.

Durante il vertice Nato in Europa e del Summit EU-USA, durante la visita di Joe Biden a Re Filippo del Belgio presso il Palazzo reale di Bruxelles, sono stati fotografati agenti della polizia locale con moderne armi anti-drone, presumibilmente in uso a tutte le altre forze europee, ma che i nella città belga sono state mostrate in modo esplicito, al contrario di come di solito veengono schierate.
Il lanciarazzi da spalla che si vede nell’immagine e che l’agente punta verso il cielo è uno SkyWall Patrol, probabilmente un avanzamento della stessa arma che nel 2016 portava il nome di SkyWall 100. È prodotto dalla britannica Openworks
La particolarità dello SkyWall Patrol è che i suoi razzi racchiudono una rete che imprigiona il drone raggiunto dal colpo e che può essere successivamente recuperato per delle analisi forensi se si utilizzano munizioni dotate di rete e paracadute che gli fanno toccare dolcemente il suolo.
Il razzo viene espulso tramite aria compressa, quindi è un’arma a corto raggio e la portata non viene dichiarata dal produttore.
Il sistema di puntamento calcola il movimento del drone fornendo all’operatore dati che consentono di colpire il bersaglio.
L’arma impugnata dall’altra agente, il DroneGun Tactical , fucile realizzato dall’australiana DroneShield, che invia una frequenza di disturbo selezionata dall’operatore dal pannello di controllo dell’arma , che disturba le frequenze di funzionamento del drone, rendendolo inoffensivo.
Il drone raggiunto dalla frequenza viene obbligato a un atterraggio verticale o a tornare al controller remoto oppure al punto di partenza.
Anche in questo caso, l’arma non distrugge l’apparecchio ostile ma ne tenta il recupero inducendo, dove possibile, un atterraggio verticale controllato, per approfondire le indagini.

Leggi anche