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Pubblicato il 20/09/2018

RASSEGNA: LA FOLGORE IN VALLE D’AOSTA SU “LA STAMPA”

foto sopra:archivio del giornale congedatifolgore.com
Binello e Tresoldi dopo il lancio a Roma , il 2 Giugno

La Stampa (Ed. Aosta)
sezione: Aosta data: 20/09/2018 – pag: 43

Dodici lanci al giorno per provare in Valle gli atterraggi di precisione

Con i parà della Folgore mentre si allenano a centrare una moneta

Stanno facendo dagli otto ai 12 lanci al giorno, sia in tenuta sportiva sia in mimetica operativa, allenandosi anche al dispiegamento in volo della più grande bandiera italiana: 1000 metri di tricolore. I paracadutisti della brigata Folgore sono arrivati dalla base di Pisa lunedì scorso per addestrarsi, per la prima volta, in Valle. Sono 11 militari atleti, tra cui tre donne, della sezione di paracadutismo sportivo dell’esercito, ospitati al Centro addestramento alpino. Ogni giorno il team comincia a lavorare presto «anche perché abbiamo visto che nel pomeriggio qui da voi si alza sempre il vento» dice il capitano Roberto Pagni, direttore tecnico, 46 anni, di Rapallo. Il suo occhio attento segue l’addestramento di ogni soldato. «Bisogna rimanere sempre concentrati – spiega – per creare persone più capaci e allo stesso tempo innalzare i margini di sicurezza. Questo non è solo sport. L’obiettivo è riversare le conoscenze e l’esperienza del paracadutismo sportivo nell’addestramento militare». La specialità è l’aviolancio in caduta libera, peculiarità delle forze speciali. Le discipline nel programma di questo addestramento «valdostano» sono la precisione in atterraggio e il lancio con bandiere di grandi dimensioni. Per la prima, dall’elicottero (guidato dai piloti del 4° reggimento Aves «Altair») i paracadutisti si lanciano a una quota di 1000 metri manovrando il paracadute fino a raggiungere un piedistallo posizionato accanto alla pista di atterraggio. Su di esso c’è il punto, largo come una moneta da due euro, sul quale devono posare il tacco del piede, cercando lo scarto minimo. Un sensore collegato a un display mostra loro l’eventuale errore.

Nel team al Gex c’è anche la campionessa italiana Sonia Vitale, 27 anni, di Enna: «Il paracadutismo è passione, adrenalina pura. Impossibile da descrivere, bisogna provarlo». A giudicare dalle parole del luogotenente Giuseppe Tresoldi, 54 anni, pluricampione nazionale e internazionale, l’esperienza non smorza questo entusiasmo. «Ci vuole passione. E poi la paura che ti permette di restare sempre vigile e di non dare nulla per scontato». Tresoldi ricorda anche l’emozione del lancio con il tricolore da 400 metri su via dei Fori imperiali a Roma il 2 giugno scorso, per la parata della Festa della Repubblica. Adesso, sulla pista valdostana, sta aiutando Alessandro Binello, 24 anni, di Asti, a fare, per la prima volta in vita sua, il lancio con la bandiera da 1000 metri. L’assetto è in mimetica, in tenuta operativa, e Binello si aggancia al petto uno zaino da 70 chili che contiene il tricolore da aprire poi in aria. Lo farà a novembre, durante il Raduno nazionale dell’associazione paracadutisti italiani. Concentrato, prova e riprova con Tresoldi il materiale. Di poche parole, alla domanda «È emozionato per questo lancio?» risponde: «Si, moltissimo».

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