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Pubblicato il 09/09/2014

RASSEGNA STAMPA



ARENA DI VERONA del 9 settembre 2014

IL PERSONAGGIO. Alberto, 24 anni di Cuneo, è uno degli istruttori estivi della scuola di Boscomantico, ma da circa un anno lavora allo Skydive del sovrano del Dubai

Avalis, il paracadutista dello sceicco

Maria Cristina Caccia

«Sono Alberto Avalis, 24 anni, di Saluzzo, in provincia di Cuneo. Ho fatto il mio primo tandem in paracadute nel settembre 2008 e da lì è nata la mia grande passione». Gli occhi sorridono, colorati da un entusiasmo contagioso, quello di chi ha avuto un incontro ravvicinato con il proprio sogno e ora se lo tiene ben stretto. Una storia vera, tra mito e realtà.
Alberto, nelle estati 2012 e 2013, ha lavorato come istruttore allo Skydive Verona, la Scuola di paracadutismo operativa all’aeroporto di Boscomantico. Ed è lì che lo abbiamo incontrato, dove anche quest’anno ha rinnovato il suo immancabile appuntamento estivo, per godersi la skyline veronese generosa di scorci mozzafiato che tracciano percorsi aerei tra le dorsali montane e le acque benacensi.
Quando incomincia la tua passione per il paracadutismo?
Ero un mosaicista, imprenditore di me stesso. Il volo libero mi ha sempre entusiasmato e, dopo quel mio primo lancio, nel 2008, decisi senza incertezze, di frequentare il corso AFF. Il primo anno ho collezionato circa cento salti e, a partire dal secondo anno, ho partecipato a diverse competizioni. Finalmente, poi, ho completato il percorso diventando istruttore. Lavoravo moltissimo, giorno e notte per guadagnare di più e poter sostenere la mia passione sportiva. Un giorno, però, mi sono stancato e, nel novembre 2012, me ne sono andato in Australia con l’obiettivo di imparare l’inglese, portando nel cuore l’emozione del volo.
Dall’Italia all’Australia, cosa è successo in seguito?
Ho lavorato tre mesi a Sydney occupandomi di traslochi e andando a scuola di inglese. Poi mi sono spostato vicino a Melbourne, nello stato di Victoria, con amici per lavorare stagionalmente alla raccolta della frutta, potendo, in questo modo, allungare il periodo del Working Holiday Visa. Mentre tutto questo accadeva, non ho mai smesso di pensare al paracadutismo. Feci una ricerca sul web e trovai una drop zone nel Queensland, di proprietà di un italiano. Mandai una mail e fui convocato e assunto. Presi la qualifica di istruttore valida per l’Australia e incominciai, incredulo, la mia avventura, durata circa un mese e mezzo.
Poi cosa accadde?
Il destino volle che, nell’aprile 2013, un amico istruttore mi chiese di sostituirlo allo Skydive in Florida, per circa tre mesi, perché problemi famigliari lo avrebbero trattenuto lontano dal lavoro. Accettai e me ne andai dall’Australia. Giunto in Florida, conseguii obbligatoriamente anche le qualifiche per il brevetto americano di istruttore. In quel breve periodo, mi contattò un altro amico operativo allo Skydive di Dubai di proprietà del figlio dello sceicco, il quale mi disse che laggiù stavano cercando nuovi istruttori di paracadutismo e mi invitò a mandare un mio curriculum. Lo assecondai, senza molte aspettative.
Invece?
Terminato il trimestre americano, a luglio 2013 tornai in Italia. Arrivai a Boscomantico per il solito impiego estivo, fino al mese di agosto.
Quel venerdì, invece, il destino bussò di nuovo alla mia porta. Ricevetti una telefonata dal general manager dello Skydive di Dubai, il quale, senza giri di parole, mi disse: «Assunto a tempo indeterminato. Congratulazioni, ti aspettiamo domani sera».
E in ventiquattro ore la mia vita cambiò.
Ora cosa fai?
Lavoro a Dubai come istruttore allo Skydive da circa un anno e abito al 67 piano di un grattacielo a Dubai marina. La mia famiglia è entusiasta di questa straordinaria opportunità. Il paracadutismo mi ha letteralmente fatto volare oltre i confini della realtà.

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