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Pubblicato il 29/05/2020

RASSEGNA STAMPA- CASO SCIERI: DETTAGLI SECRETATI – “E’ CADUTO” – “ABBIAMO ESAGERATO”

LA NAZIONE DEL 29 MAGGIO
PISA pag. 9
«Parlavano fra loro dicendo ‘E’ caduto’»

Due testimoni chiave hanno fatto nuove rivelazioni alla procura militare Tutti i retroscena
di Carlo Baroni PISA Qualcuno dopo vent’anni avrebbe davvero parlato di più consentendo agli inquirenti di chiudere il cerchio di un’inchiesta da oltre 20mila pagine in cui ci sono anche carte secretate. Ed avrebbe raccontato, più nei dettagli dell’atteggiamento e delle parole captate dalle voci dei tre caporali, agitati che sudavano freddo tanto da passare la notte insonne il 13 agosto 1999. La notte della morte di Emanuele Scieri. Avrebbe riferito di averli sentiti dire di aver esagerato. Poi: «E’ caduto». Ci sarebbero almeno due testimoni chiave nell’inchiesta della procura militare di Roma che a giorni potrebbe chiedere il rinvio a giudizio dei tre indagati, dopo aver già notificato loro l’avviso di chiusura delle indagini. I testimoni, sentiti più volte, avrebbero riferito anche del contesto di nonnismo che uno dei due avrebbe subito per lo più per mano di Alessandro Panella, quello che lo avrebbe minacciato quella sera stessa quando i tre si accorsero che lui li aveva sentiti parlare. E’ il giallo della morte del 26enne sicuracusano, allievo parà alla Gamerra di Pisa dove morì lo stesso giorno del suo arrivo. Per la Procura militare tutto cominciò con una punizione dei tre ex caporali (Andrea Antico, Alessandro Panella e Luigi Zabara indagati per violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso) quando sorpresero Scieri nell’intento di fare una telefonata. Dei fatti non ci sono testimoni oculari.
Ma che Scieri avrebbe fatto una telefonata (l’utilizzo del cellulare era vietato allora) e poi sarebbe salito in camerata, l’ha detto il commilitone che fu l’ultimo a vederlo prima che questi scomparisse per tre giorni in caserma per essere poi trovato morto da tre giorni. Un testimone avrebbe aggiunto un passaggio chiave: quello che indica la scalata con la sola forza della braccia della torre di asciugatura di paracadute come una punizione che era in uso. E «Lele» precipitò da lì e i tre che per gli inquirenti lo avevano costretto a salire dopo averlo picchiato, lo lasciarono agonizzate a morire da solo. Le migliaia di pagine dell’inchiesta da ieri sono nelle mani dei difensori degli indagati. Un materiale immenso tra verbali d’interrogatorio, relazioni di consulenti. Ma anche infomative di investigatori. Materiale che la commissione parlamentare d’inchiesta sul caso ha classificato come segreto e che non può essere consultato liberamente. Solo inquirenti e legali possono farlo. E potranno utilizzarlo solo se su questo verrà tolto il segreto, come potrebbe avvenire almeno per una parte


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