Pubblicato il 10/01/2025
RASSEGNA STAMPA- CORRIERE DELLA SERA- “NELLA CAMPAGNA D’ITALIA C’ERA PURE LA FOLGORE”

NELLA CAMPAGNA D’ITALIA C’ERA PURE LA FOLGORE
Corriere della Sera sezione: Lettere data: Venerdì 10 Gennaio 2025 – pag: 25 Risponde Aldo Cazzullo
Corriere della Sera 10/01/25
Caro Aldo, dopo aver letto la sua risposta a proposito dell’omaggio ai caduti a El Alamein mi ha colto il desiderio di chiederle di ricordare altri militari di gran valore ma le cui gesta sono assai poco conosciute da gran parte degli italiani. Al termine della lunga e drammatica campagna d’Italia 1943-1945 si stima che più di 3.000 soldati siano caduti nella dura lotta per la liberazione (molti di questi riposano oggi nel Sacrario di Riolo, Mignano e Montelungo). I combattimenti di Montelungo, Monte Marrone e Filottrano così come la liberazione di tante città italiane, tra cui Bologna, rappresentano la misura del prezioso contributo dell’esercito italiano alla riscossa e alla liberazione dell’Italia umiliata e oppressa. Michele Pezzetti Annone Veneto (Venezia) Caro Michele, mi piace ricordare che tra i reparti italiani impegnati al fianco degli Alleati contro i tedeschi invasori ci fu pure la Folgore.
I reduci del Nord Africa sin dall’autunno 1943 erano stati inquadrati nell’Ottava Armata.
Li guida il capitano Francesco Gay: il suo reparto è così apprezzato che il comandante britannico Montgomery ha rifiutato di restituirlo al generale Messe, il nostro capo di stato maggiore. Attorno ai parà di Gay viene formato, grazie all’arrivo di molti volontari, tra cui proprio alcuni reduci di El Alamein, lo «Squadrone da ricognizione F», dove F sta per Folgore.
Lo compongono undici ufficiali, quindici sottufficiali, 177 soldati. Sui manuali di storia inglesi si legge che è stato lo squadrone più decorato dell’Ottava Armata nella campagna d’Italia.
Sono rissosi però: un diverbio con le truppe indiane per il controllo di un ponte degenera in uno scontro a fuoco, gli indiani hanno la peggio, gli inglesi minacciano di trasferire gli italiani nelle retrovie.
Il 27 maggio 1944 tutte le forze del Corpo di liberazione attaccano le postazioni tedesche di monte Mare e colle Altare, sulla linea Gustav che protegge Roma.
È l’inizio di tanti piccoli successi tra gli sguardi curiosi dei vecchi, delle donne, dei bambini, che mettono la testa fuori dai rifugi improvvisati, attratti dalla voce: arrivano i soldati italiani.
In un Paese conteso da eserciti stranieri, vedere uomini in grigioverde, per quanto stinto, scatena reazioni che oggi possono essere giudicate retoriche, ma sono in realtà istintive: i vecchi tirano fuori il tricolore, manifestano gioia, provano l’orgoglio dell’appartenenza.
A Roma però devono entrare per primi gli americani. In cambio gli italiani ottengono qualche vecchio camion Fiat 626, per trasportare gli uomini che sono ormai 15 mila.