CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 22/06/2015

RASSEGNA STAMPA: FALSIFICA IL VOTO DEL DIPLOMA PER ARRUOLARSI

Unione Sarda DEL 22 giugno 2015

Disposto proprio a tutto pur di essere preso nell’Esercito. Anche a una bugia. Piccola ma pur sempre una bugia: ha dichiarato di aver preso la licenza media con buono , in realtà era sufficiente . Una menzogna costata a Giordano Arba, venticinquenne di San Nicolò Gerrei, una condanna a due mesi di reclusione (con la condizionale) per falso ideologico. Come meglio specificato nel capo d’imputazione, «per avere attestato falsamente di aver riportato la votazione di buono , ben sapendo di aver conseguito il giudizio di sufficiente , nella domanda di partecipazione al bando di arruolamento volontario per un anno nell’esercito italiano».
IL PROCESSO Il ragazzo è finito a processo davanti al giudice Giovanna Deriu perché il suo primo avvocato difensore aveva presentato opposizione a un decreto penale di condanna. In altre parole gli veniva chiesto di pagare una multa di 800 euro. E la disavventura giudiziaria sarebbe finita lì. Ma Arba non lo aveva fatto, e così, aveva ricevuto un decreto di giudizio immediato che gli imponeva di difendersi in tribunale.
Davanti al giudice, l’aspirante militare, assistito dall’avvocato Federico Delitala, ha ammesso di aver scritto buono : «Così mi aveva detto mia madre quando aveva ritirato gli esiti, io non avevo verificato, quindi ho scritto buono al posto di sufficiente , ma sbadatamente».
LA MADRE Ed è così che dopo il figlio sul banco dei testimoni si è seduta la mamma: «Io non lo sapevo che mio figlio dovesse fare questa domanda. L’ha fatta, ma io non sapevo niente, lui si è fidato di quello che ricordavo io». Ma quando il pubblico ministero le chiese, «signora perché ha mentito a suo figlio?», la donna non aveva risposto. Una scena muta che, secondo il giudice, è prova del dolo: l’imputato sapeva che in caso di giudizio buono avrebbe avuto un punteggio più alto (2 anziché 1) e una posizione migliore in graduatoria. Sempre secondo il giudice, inoltre, non poteva essere stata una dimenticanza, non c’era stata alcuna «leggerezza o inconsapevolezza» perché in tutte le altre parti del modulo compilato nel marzo del 2008 Arba aveva indicato «con precisione altri elementi secondari, come per esempio il nome della scuola frequentata».
SENZA DIVISA La difesa ha puntato tutto sulla minima rilevanza di quella bugia, e soprattutto sul fatto che anche con un voto maggiore, gonfiato, o volendo anche inventato, «non c’era comunque certezza che l’imputato riuscisse a passare la selezione». Arba in effetti, non aveva ottenuto niente. Men che meno una divisa, il suo sogno nel cassetto. Sicuramente la condanna verrà impugnata in Appello.
Veronica Nedrini

Leggi anche