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Pubblicato il 14/05/2021

RASSEGNA STAMPA- GIUDICE E CAPORALMAGGIORE DELLA PINEROLO IN ARRESTO. CORRUZIONE E ARMI DA GUERRA

 

 

Corriere del Mezzogiorno – Puglia
sezione: Bari data: Venerdì 14 Maggio 2021 – pag: 5

«Quell’arsenale era il suo»L’ex giudice De Benedictis arrestato una seconda volta

Con il magistrato in carcere un caporal maggiore dell’Esercito

I due, il 30 dicembre scorso, spararono con il mitra da un balcone

BARI La sera del 30 dicembre 2020 l’ex gip del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis e il caporal maggiore dell’Esercito italiano Antonio Serafino di 43 anni, in servizio  alla Brigata Pinerolo di Bari, avrebbero sparato in aria una sventagliata di pallottole utilizzando una mitraglietta. Colpi esplosi dal terrazzo dell’appartamento del militare a Ruvo, per provare la potente arma da guerra o forse per festeggiare, con un giorno di anticipo, l’arrivo del nuovo anno. Il 31 dicembre Serafino, parlando con un vicino di casa, conferma – secondo gli investigatori – di aver sparato con la mitraglietta e dice: «Hai visto ieri che mazzata si sentiva?». Il rumore dei colpi sparati col mitra è stato registrato dalla microspia piazzata nell’auto di Serafino e parcheggiata sotto casa sua.

È uno dei dettagli emerso dall’ordinanza di custodia cautelare notificata in carcere all’ex magistrato, già arrestato lo scorso 24 aprile per corruzione in atti giudiziari e al caporal maggiore: un provvedimento che arriva all’esito di una indagine dei poliziotti della squadra mobile di Bari, guidati dal primo dirigente Filippo Portoghese, e che riconduce alle armi che sono state trovate il 29 aprile scorso nella dependance di una villa di Andria: in quella circostanza fu arrestato il proprietario dell’immobile, Antonio Tannoia di 55 anni il quale, nelle fasi del sequestro, riferì alla polizia che quell’arsenale era nella disponibilità del giudice De Benedictis.

Le indagini sono state avviate a novembre scorso dalla Dda di Bari, che ha coordinato il lavoro della Mobile, e riguardavano un importante traffico di armi della criminalità barese. Successivamente dalle intercettazioni sarebbe emerso il coinvolgimento di Serafino ritenuto il collegamento con alcuni trafficanti di armi e col giudice. Confermato poi da una intercettazione ambientale nell’auto del militare dove l’ex giudice e Serafino parlano dell’arsenale. A questo punto la Dda di Bari, accertato il coinvolgimento del magistrato barese, ha trasmesso gli atti a Lecce e la misura restrittiva notificata ieri è stata firmata infatti dal gip del Tribunale di Lecce. Dai colloqui captati è emerso che il nascondiglio delle armi era il luogo segreto, «il pozzo», nella disponibilità dei due arrestati (custodito da Tannoia) e, che l’ex gip e il caporal maggiore, amici di caccia, si frequentavano abitualmente: nel corso dei loro incontri parlavano sempre di armi, di come procacciarsele e si preoccupavano spesso di come spostarle. A questo proposito De Benedictis, a gennaio scorso, in auto con Serafino, dice di voler spostare l’arsenale, perché forse stavano nascendo dissapori tra il caporal maggiore e l’imprenditore andriese: «Quello ci può vendere» dice il caporale al giudice. De Benedictis risponde: «Così vai a portare in giro 70mila cartucce, bombe a mano, 5 mitragliatori e 4 fucili d’assalto?». Sono tante le conversazioni registrate tra i due e contenute nelle 40 pagine di ordinanza: intercettazioni dalle quali si evince, ad esempio, che la coppia andava in campagna nella zona di Ruvo a provare le armi: una pistola, in particolare, fu nascosta sotto un sasso da Serafino dopo averla provata. Arma che fu poi recuperata e sequestrata dalla polizia che teneva d’occhio ogni suo spostamento. In un’altra conversazione l’ex gip del Tribunale di Bari fa riferimento sia al deposito delle armi che alla disponibilità di 53 mitragliatrici e 82 pistole. Dagli atti dell’inchiesta emerge che De Benedictis dopo aver comprato un mitragliatore croato dice al caporale: «Quando ricevo qualcosa di pesante da lui la devo portare per forza», facendo riferimento al deposito di Tannoia. Gli inquirenti hanno infine accertato che i due avevano acquistato e stavano aspettando la consegna di un mitragliatore M12. Una consegna che De Benedictis – a quanto pare – attendeva da tempo. Nel provvedimento restrittivo il gip di Lecce definisce Serafino e De Benedictis «autentici trafficanti in armi da guerra».

L’accusa del traffico d’armi è la seconda tegola giudiziaria che colpisce l’ex giudice, detenuto dal 24 aprile scorso per una storia di mazzette ricevute in cambio di provvedimenti di scarcerazione a favore di pericolosi criminali baresi e foggiani assistiti dal penalista barese Giancarlo Chiariello, anche lui arrestato. La posizione di entrambi, nell’inchiesta sulla corruzione, sarà esaminata questa mattina dal Tribunale del Riesame di Lecce, dopo che il gip Giulia Proto ha rigettato un’istanza di scarcerazione nei confronti di De Benedictis.

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