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Pubblicato il 27/08/2018

RASSEGNA STAMPA: I CARABINIERI ANTITERRORISMO A VENEZIA SU “LA NUOVA VENEZIA”

foto sopra: repertorio internet

La Nuova di Venezia e Mestre
sezione: PROVINCIA data: 27/8/2018 – pag: 13
Pistole, casco, giubbetto e 35 chili sulle spalle. «Antiterrorismo? È addestramento continuo»
Nella caserma di viale Garibaldi con i carabinieri delle Sos. «Ricostruiamo l’ambiente del Lido, qualche volta i famigliari fanno le comparse»

Il Reportage – Cinque volte al mese si addestrano e spesso usano famigliari e mogli come comparse per ricreare il luogo dell’intervento, in un ambiente urbano il più possibile reale. Poi ogni due mesi un periodo di formazione viene svolto a Livorno con i “fratelli maggiori” del Gruppo Intervento Speciale (Gis). Loro sono gli specialisti delle Squadre operative di supporto (Sos) dei carabinieri. Fanno parte con Gis, Api e Reggimento Tuscania, dell’apparato antiterrorismo dei carabinieri. Sono la prima risposta di specialisti a un’azione terroristica e sono addestrati soprattutto a far fronte al nuovo terrorismo caratterizzato da attentatori che impiegano gli strumenti più vari per uccidere e creare terrore.A Venezia sono una trentina gli uomini delle Sos di stanza nella caserma sede del Battaglione Mestre dei carabinieri, in viale Garibaldi. Sono operativi in tutto il Nordest con particolare proiezione sulle province del Veneto dove durante il giorno pattugliano il territorio. A giorni saranno impiegati alla Mostra del Cinema e contemporaneamente in centro storico. Come ricorda il comandante del Battaglione Mestre, il colonnello Giovanni Occhioni: «Sono il primo baluardo ad un’azione terroristica. Ricordo loro che sono i primi, in un intervento antiterrorismo, ad essere bersaglio dell’azione di chi si trovano davanti».Hanno un’età media di 30 anni e tutti hanno esperienza di servizio operativo sul territorio. L’addestramento avviene in gran parte all’interno della caserma, ma non mancano altri luoghi e in particolare le ampie zone dei poligoni dove vengono ricostruite situazioni urbane con case, strade, veicoli e la presenza di persone. Infatti la difficoltà maggiore è rappresentata dal fatto che eventuali loro interventi avvengono tra la gente magari in preda al panico e che sta scappando. Sono preparati a un primo intervento per salvare persone prese in ostaggio da terroristi ma anche da singoli squilibrati che agiscono con le più svariate armi. Spesso non hanno il tempo di verificare se nel luogo in cui devono entrare ci sono delle trappole esplosive. Entrano e basta. La loro mission è prima di tutto mettere in sicurezza eventuali ostaggi e cristallizzare l’area in attesa dell’intervento dei colleghi dei Gruppi intervento speciale.Essere Sos a Venezia è decisamente più faticoso che in altre città. Gli uomini della squadra, infatti, si muovono solo a piedi con addosso l’intero equipaggiamento: pistola, arma lunga, munizioni, casco, giubbetto antiproiettile materiale per l’automedicazione e altri oggetti. Il peso sfiora i 35 chili sia con il caldo che con il freddo. In altri contesti si spostano a bordo di auto blindate. Già addestrati in un contesto come la Biennale e i centri commerciali, i militari hanno sperimentato anche l’intervento durante la Mostra del Cinema ricostruendo il possibile scenario in un poligono di tiro. —

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