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Pubblicato il 02/01/2014

RASSEGNA STAMPA: I FUNERALI DI UN BASCO VERDE SUICIDA IL 27 DICEMBRE


LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 2 GENNAIO 2014
Una folla straripante e la lettera delle figlie per l’addio a learco

PONZANO- Nel pomeriggio dell’ultimo giorno del 2013, Paderno si è fermata per l’ultimo abbraccio a Learco Tasca, 71 anni, imprenditore in pensione e presidente onorario del Velo Club Bianchin, che si è tolto la vita la mattina di venerdì 27 dicembre. In chiesa c’erano oltre quattrocento persone, e sul sagrato, strapieno almeno altre duecento. Segno tangibile, come ha ricordato il parroco don Aldo Danieli, di quanto Learco fosse inserito nella sua comunità. Ad attendere il feretro dell’ex imprenditore, fondatore del mobilificio “Birello & Tasca”, una decina di labari di gruppi e sezioni dell’associazione nazionale Paracadutisti d’Italia e alcuni altri stendardi di associazioni d’Arma, oltre a una cinquantina di amici ex parà con il basco verde o amaranto che hanno formato un corridoio verso le porte della chiesa. Anche Learco Tasca aveva il suo basco verde appoggiato sulla bara, sopra il tricolore da cui il feretro era avvolto. E nell’omelia, don Danieli ha voluto ricordare l’orgoglio di Learco Tasca nell’essere stato un paracadutista: «Avevi nostalgia del cielo, immagino un paracadutista come uno che vuol salire in alto, avvicinarsi alle stelle, e poi riprende coscienza della sua fragilità, lasciandosi cadere e ritornando alla terra. Se non abbiamo le ali della grazia, non arriveremo mai alle stelle». E poi la svolta nella fede che Tasca aveva maturato negli ultimi tempi, con la partecipazione alla messa e con l’accostamento ai sacramenti, e che il parroco di Paderno ha definito “la predica più bella ce Learco ci ha fatto”. «Caro Learco, tutti coloro che non sono venuti in chiesa nemmeno a Natale, li hai fatti venire tu. Se siamo qui, non è per convenienza», ha proseguito don Danieli ripercorrendo poi la vita del settantunenne. Dalle origini umili, alle fatiche e ai successi del lavoro, fino alla pensione. E ancora la sua famiglia, la moglie Anna Maria e le figlie Glenda e Ylenia, che nella sua lettera d’addio Tasca ha dipinto come “il dono più bello di Dio”. Con i suoi cari, l’imprenditore aveva trascorso le feste di Natale e anche il suo compleanno. «Alla fine avevi voluto ringraziare tutti e anche il Signore di quello che ti ha dato», ha ricordato don Aldo. Poche ore dopo Tasca avrebbe preso la decisione estrema. «Eri speciale perché eri forte e fragile assieme, umile e orgoglioso. Ancora oggi volevi proteggerci», è stato il ricordo delle figlie letto da una parente, «ai tuoi amati nipoti racconteremo quanto speciale sei stato, grazie di essere stato il nostro papà». Tra i ricordi letti in chiesa, quello di una nipote che vive dall’altra parte del mondo, e la lettera d’addio degli amici del Velo Club Bianchin: «Quando dalla Francia siamo andati a Santiago in bici, abbiamo trovato vento forte. Ma tu ti mettevi in testa. E mi piace immaginare che nelle salite sarai tu ora a tirare». La tromba d’ordinanza dei paracadutisti ha intonato le note dell’Ave Maria, un parà ha letto la preghiera della Divisione, poi il feretro di Learco Tasca è uscito sul sagrato, salutato dalle campane a festa e da una folla di amici e compaesani che non hanno voluto mancare all’ultimo appuntamento con lui.

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