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Pubblicato il 16/07/2014

RASSEGNA STAMPA- IL GIORNALE DI VICENZA

IL GIORNALE DI VICENZA DEL 16 lUGLIO 2014

IL CASO.Una squillo romena di 24 anni è stata stuprata e abbandonata in un campo. Ora è ricoverata in ospedale dopo l´aggressione subita lunedì sera a Vicenza Ovest
Pestata e poi violentata da due soldati Usa

Claudia Milani Vicenzi

La ragazza è incinta di sei mesi e rischia di perdere il bambino Ha preso il numero di targa e i parà sono stati identificati

CRONACA, pagina 14

Una squillo romena è stata picchiata, violentata e rapinata. ARCHIVIO

Una ragazza incinta rapinata, picchiata, stuprata e poi abbandonata in mezzo a un campo. Adesso la giovane squillo, al sesto mese di gravidanza, è ricoverata all´ospedale San Bortolo: dopo quello che ha subìto rischia di perdere il suo bambino. Quando l´hanno trovata la faccia era ridotta ad una maschera di sangue, riusciva a stento a reggersi in piedi. Ferita e sotto choc, ma è comunque riuscita a ricordare il numero di targa dei suoi aggressori. Per ora si sa soltanto che sarebbero due soldati americani di stanza alla Ederle e che sarebbero già stati identificati, prima ancora che si preoccupassero di “ripulire” l´auto. Perché proprio all´interno della loro macchina sarebbero stati trovati biancheria intima strappata, documenti e la sua borsa.
LA VIOLENZA. La ragazza, che ha 24 anni ed è originaria della Romania (assistita dall´avvocato Alessandra Bocchi), ha raccontato ai carabinieri di aver incontrato i due parà lunedì sera, mentre aspettava i clienti a Vicenza Ovest, nella zona di Ponte Alto. L´avrebbero fatta salire e poi portata verso strada Carpaneda. Durante il tragitto le trattative sul prezzo. I due americani avrebbero offerto duecento euro per un rapporto a tre. Soldi che, evidentemente, non hanno mai avuto intenzione di darle. Appena arrivati in una zona isolata l´avrebbero aggredita selvaggiamente con calci e pugni. Botte sul corpo e al viso, talmente forti da farle quasi perdere i sensi. Poi, a turno, la violenza. In quel posto isolato, completamente al buio, nessuno avrebbe potuto vederli, nessuno avrebbe potuto sentire le sue urla e le invocazioni d´aiuto. Con il viso tumefatto dalle botte ieri faceva quasi fatica a parlare, ma ha spiegato di essere stata obbligata ad avere rapporti non protetti da quei due clienti che, secondo lei, erano “fatti” di droga e alcol. Poi le avrebbero strappato la borsa con quei quaranta euro che erano tutto il guadagno della serata e l´avrebbero abbandonata.
I SOCCORSI. Sembra che la romena sia stata ore in uno stato di semi incoscienza in quel campo. Solo a notte fonda sarebbe riuscita a chiedere aiuto ad un´amica. È stata lei ad accorrere, lei a chiamare i carabinieri e l´ambulanza. Immediato il ricovero nel reparto di ostetricia del San Bortolo. Dovrà stare in osservazione per qualche giorno. Ha ecchimosi sul viso e sul corpo, fratture, ma non è questo che allarma. a preoccupare è la salute del bambino.
LE INDAGINI. Era terrorizzata, ferita, ma prima di perdere i sensi è riuscita a memorizzare il numero di targa. Lo ha ripetuto tante volte, nella sua mente, per non correre il rischio di dimenticarlo ed è stata la prima cosa che ha detto ai suoi soccorritori. E da quel numero risalire ai due è stata questione di ore. I soldati della Ederle sono già stati identificati e probabilmente nella giornata di oggi, si saprà quali provvedimenti sono stati adottati nei loro confronti.
IL PRECEDENTE. Solo alcuni mesi fa un altro episodio di violenza aveva visto coinvolto un americano di stanza alla Ederle, che era stato accusato di violenza sessuale aggravata e di sequestro di persona. La sua vittima una minorenne, una studentessa di 17 anni. Quando aveva trovato la forza di raccontare lo stupro aveva spiegato di aver trascorso gran parte del sabato sera in una discoteca di Vicenza Est con i suoi fratelli. Aveva deciso di uscire qualche minuto dal locale senza accorgersi di essere seguita dal ragazzo con cui aveva scambiato prima qualche parola, nulla di più. Poi lui con una scusa, l´avrebbe convinta a seguirlo in un vicolo appartato a l´avrebbe violentata. Un episodio che aveva sollevato scalpore anche perché gli americani avevano chiesto la giurisdizione. È prevista dagli accordi del 1956, e stabilisce che se un militare a stelle e strisce commette un reato in Italia, si valuti dove celebrare il processo. A Vicenza accade spesso, anche per reati gravi, che i parà vengano giudicati dalla corte marziale; con più di qualche problema per le vittime, che dovrebbero cercare tutela negli Usa.

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