CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 13/08/2020

RASSEGNA STAMPA- IL MESSAGGERO VENETO DEDICA UN LUNGO ARTICOLO AL COLONNELLO ATLETA CARLO CALCAGNI

Messaggero Veneto ed. sezione: CRONACHE data: 13/8/2020 – pag: 33

Uranio impoverito: «Terapie, ma è la bici che mi fa vivere»

«Mai smettere di sperare perché tutto è possibile se ci credi veramente. Mai arrendersi, bisogna perseguire degli obiettivi. Sempre». È questo il messaggio lasciato ai sangiorgini che erano presenti alla serata tenutasi a San Giorgio di Nogaro con il colonnello Carlo Calcagni, unico pilota di elicotteri in missione di pace in Bosnia Erzegovina con il primo contingente internazionale sotto l’egida dell’Onu, ospite dell’amico Fabiano Manzan, che aveva organizzato un incontro a Villa Dora, ma che a causa delle disposizione Covid 19 non si è potuto tenere. Il colonnello Calcagni, in quel teatro di guerra, aveva respirato polveri di metalli pesanti generate dalle esplosioni dei proiettili con uranio impoverito subendone le conseguenze. Da 18 anni combatte con grande forza d’animo per vivere con una quotidianità fatta di 300 pastiglie al giorno, 7 iniezioni al giorno, 4/5 ore di terapia infusionale, 18 ore di ossigenoterapia, ventilatore polmonare notturno, lettino e sauna a infrarossi, una dialisi ogni 10 giorni, un ricovero quattro mesi in un ospedale inglese per accertamenti, analisi e pesantissime terapie. Tutto questo però non gli impedisce di essere ciclista paralimpico diventando più volte campione italiano e del mondo. «Le terapie mi fanno sopravvivere, ma è la bici che mi fa vivere», ripete sempre. La forza d’animo che trasmette a chi si trova davanti non lascia indifferenti quanti lo ascoltano, affascinati da una personalità non comune, da un uomo eccezionale, ma soprattutto un patriota vero. A chi gli ha chiede se non ha paura di non farcela, risponde che «ho fatto per gli altri tutto quello che potevo fare: se muoio domani, sono sereno. Credo nei valori militari, ho giurato sulla Bandiera e lealtà alla Patria: la Patria siamo noi e questo mi da la forza per superare tutto quello che mi è stato fatto». Un esempio per i giovani che in lui vedono uno di quei personaggi che nonostante abbiano avuto estrema sfortuna compiendo il loro dovere (elicotterista, paracadutista, istruttore e insegnante di volo, ha raccolto cadaveri, feriti, resti umani in Bosnia e in Kossovo) e continuano a vivere giorno per giorno senza mai arrendersi. Non solo, come ha raccontato ai presenti, durante i terribili mesi del lockdown, chiuso nella sua casa in Puglia (figlio di emigranti, è nato in Germania nel 1968), pensa a chi è in difficoltà e tramite un amico, predispone dei buoni spesa per le famiglie. Ma è anche presente, recentemente a delle corse a sostegno di Alex Zanardi.Il 15 agosto si renderà partecipe di una corsa in bicicletta insieme ad altri suoi colleghi da Venezia fino a Muggia passando per San Giorgio di Nogaro dove troverà molto amici a sostenerlo. —

Leggi anche