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Pubblicato il 03/03/2019

RASSEGNA STAMPA- IL SILENZIOSO LAVORO DEL COMMISSARIATO PER I CADUTI IN GUERRA

foto sopra: Il generale Veltri ,a destra, il giorno della consegna del tricolare che ha sventolato ad El Alamein, alla MOVM Gianfranco Paglia. Si tratta di una iniziativa del Progetto El Alameine che il Commissario generale per le onoranze ai Caduti ha appoggiato con entusiasmo.

Il Piccolo ed. sezione: ATTUALITA data: 3/3/2019 – pag: 13

Veltri: facciamo diventare i sacrari “luoghi di vita” tramandando valori

Il generale a capo del Commissariato generale per le onoranze che gestisce 1.060 siti


l’intervista
«Per noi non esistono limiti temporali o territoriali, continueremo a ricercare i nostri Caduti. Se individuati e, come in questo caso anche riconosciuti, li renderemo alle loro famiglie che con fiducia e grande dignità hanno saputo attendere tanti anni. È un dovere della nazione verso chi si è sacrificato per la Patria».

Alessandro Veltri è il commissario generale di Onorcaduti, l’ente della Difesa deputato a rendere omaggio e tramandare la memoria di chi ha servito in armi fino all’estremo sacrificio.
Generale, lei in un certo senso “comanda” la schiera più numerosa e meritevole delle Forze armate: quali i principali compiti d’istituto?
È un privilegio rivestire tale incarico. Il Commissariato, che celebra questo anno il centenario, è responsabile della sistemazione, manutenzione, custodia e valorizzazione di 1.060 Sacrari e cimiteri militari disseminati sull’intero territorio nazionale, oltre che di 8 zone monumentali della Grande Guerra (riquadri, sacrari, cappelle, ossari, sepolture individuali), 178 siti all’estero (Europa, Africa, Asia, Americhe e Oceania) gestiti direttamente (El Alamein) o con il determinante concorso delle sedi diplomatiche, e 89 sacrari stranieri in Italia. Provvediamo all’archiviazione e divulgazione delle informazioni su tali sepolture; alla ricerca, recupero, eventuale rimpatrio e definitiva sistemazione dei Caduti italiani non ancora individuati; alla custodia dell’Albo d’oro dei Caduti di tutte le guerre.
Quali le maggiori problematiche, in Patria e all’estero?
Forse il territorio più complesso è proprio la Russia. In quella Campagna degli oltre 90 mila Caduti italiani morti o dispersi il Commissariato è riuscito a riportarne in Patria circa 12 mila. Anche se abbiamo potuto entrare in quel territorio solo dopo la caduta del Muro di Berlino (1989), quindi iniziando le ricerche dopo oltre 40 anni, in un’area vastissima e trasformata nei decenni. Ma sono ottimista: nel giugno 2018 sono rientrati in Patria cento Caduti dal Don.
Il futuro dell’ente?
Il nostro obiettivo è rendere i Sacrari veri e propri “luoghi di vita” all’interno dei quali, nel rispetto della loro sacralità, possano avere luogo attività ed eventi, dai concerti alle conferenze che, spiegando la storia, studiandone l’arte e narrando il ricordo, possano essere costanti elementi di congiunzione tra generazioni. La nostra missione attraverso la perenne valorizzazione del culto della memoria, riunisce e interpreta i più alti valori che sono a fondamento di una nazione. Contribuiamo a tramandare i valori che “fanno” la Patria.
Un’interpretazione moderna e dinamica…
Siamo molto attenti ai giovani. I direttori dei Sacrari accolgono quotidianamente scolaresche a cui fanno visite guidate e, spesso, si recano nelle scuole per diffondere le vicende dei nostri soldati morti in guerra. Cerchiamo sempre un contatto con i ragazzi, aggiorniamo con costanza le pagine del nostro sito e usiamo i canali social del ministro della Difesa per comunicare

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