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Pubblicato il 20/06/2015

RASSEGNA STAMPA: IL TIRRENO PARLA DEL CAMBIO DI BASCO DEL 185mo


Il Tirreno
sezione: LIVORNO data: 20/6/2015 – pag: 38

Nel nuovo fregio dei parà la memoria della Liberazione

LIVORNO Cambia il fregio sul basco amaranto dei paracadutisti del 185° reggimento ricognizione e acquisizione obiettivi della Folgore di stanza alla caserma Pisacane di viale Marconi. E il destino vuole che questo cambio avvenga proprio nel settantesimo anniversario della Liberazione. E’ una coincidenza dal sapore particolare: perché il nuovo fregio era il simbolo del glorioso squadrone da ricognizione Folgore, lo squadrone F, protagonista della guerra di Liberazione contro l’occupazione nazifascista. L’ha ricordato con emozione e orgoglio durante una cerimonia che si è svolta ieri mattina alla Pisacane, a cui ha presenziato anche il generale Giovanbattista Borrini (numero due dell’Esercito), il colonnello Maurizio Fronda, comandante del 185°, sottolineando anche una coincidenza tra l’impiego che allora aveva lo squadrone e la missione attuale dei suoi uomini, recentemente inseriti tra le forze speciali. «Sia prima che dopo l’armistizio il 185° reggimento fanteria paracadutisti conduceva operazioni di sorveglianza ed acquisizione obiettivi lanciando pattuglie avanzate costituite da massimo 10 uomini per raccogliere informazioni sulla dislocazione, l’entità, la natura e l’atteggiamento delle forze avversarie – ha ricordato Fronda -. Quest’attività divenne indispensabile particolarmente nella fase della guerra di Liberazione al fianco degli alleati anglo-americani. La lealtà alle istituzioni e la lungimirante comprensione del difficile momento storico scatenato dall’armistizio indusse gli uomini del 185°, guidati dal capitano Carlo Francesco Gay, a mettersi subito a disposizione degli alleati per continuare ad operare in modo anche più spinto ed audace di come avevano fatto fino ad allora». Questi uomini diedero vita allo squadrone da ricognizione “Folgore” il cui simbolo ieri è tornato in vita sui baschi amaranto. E’ un tuffo nella storia (anche politica), il discorso del comandante Fronda, e una sottolineatura (che non guasta mai) sull’identità dei nostri militari, «patrioti leali all’obiettivo di riconquistare la libertà che l’avidità e la superficialità di alcune decisioni politiche avevano svenduto troppo velocemente». Ed è in questo contesto che Fronda ripercorre «la più leggendaria impresa dell’operazione Herring», che portò i paracadutisti dello squadrone insieme a quelli della Centuria Nembo a lanciarsi nel quadrilatero Modena, Mantova, Ferrara e Bologna nell’abitato di Poggio Rusco. «Eroi che si lanciarono nel buio della notte del 20 aprile 1945 mentre proiettili della contraerea tedesca bucavano le carlinghe degli aerei. Immagini di cui oggi abbiamo più che mai bisogno e che rendono me ed i miei uomini ancora più orgogliosi e fieri di rappresentare e vestire questi gloriosi simboli».

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