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Pubblicato il 27/01/2015

RASSEGNA STAMPA: IL TIRRENO PARLA DEL CAPORALMAGGIORE DEL NONO REGGIMENTO ALESSANDRO SOLIMINE MORTO DAVANTI ALLA BASE A MARE DEGLI INCURSORI

Il Tirreno ed. PISA
sezione: PISA data: 27/1/2015 – pag: 15
Schianto mortale sul viale D’Annunzio
Megane contro una Panda in manovra: la vittima è un militare del Col Moschin appena uscito dalla base di addestramento

di Pietro Barghigiani

MARINA DI PISA È uscito dalla base di addestramento del 9° Col Moschin poco prima delle 17. Ha attraversato la strada per raggiungere l’auto lasciata verso Pisa sul lato opposto della carreggiata. È salito sulla sua Panda blu e ha iniziato una manovra sul viale D’Annunzio per portare la macchina in direzione di Marina. Gesti ripetuti chissà quante volte in una routine quotidiana a cui non si dà peso. Quelli compiuti ieri sono stati gli ultimi nella vita di Alessandro Solimine, 38 anni, caporal maggiore del 9° reggimento Col Moschin di stanza a Livorno, in servizio nella base alla foce dell’Arno a Marina di Pisa. Una Renault Megane, guidata da un 45enne di Tirrenia, ha centrato in pieno l’utilitaria provocando la morte istantanea del militare rimasto incastrato nell’abitacolo. Solimine, originario di Torino, residente a Livorno, lascia la moglie e due figli piccoli. Lo schianto. La Panda è stata travolta almeno una settantina di metri prima del punto in cui le macchine si sono fermate. La Fiat di Solimine nel violento schianto si è accartocciata finendo di rimbalzo contro una Suzuki in sosta sul ciglio stradale. Sulla dinamica dell’incidente hanno svolto i rilievi le pattuglie della polizia municipale di Pisa e del distaccamento di Marina. Punto di contatto, distanze, segni di frenata. Ricostruzioni delle velocità dei mezzi coinvolti. Tutto servirà per mettere a fuoco il contesto in cui si è consumata la tragedia. L’informativa sulla carambola mortale, con il sequestro dei mezzi coinvolti, sarà inviata tra oggi e domani al sostituto procuratore di turno, Sisto Restuccia. La scena. Una distesa di vetri sull’asfalto racconta la potenza di un impatto devastante. La Megane proveniva da Pisa quando è andata a schiantarsi contro la Panda che stava girando verso Marina. Le due auto si sono fermate all’altezza del ristorante “Il veliero”. La Renault ancora sulla stessa corsia. L’utilitaria, simile a una lattina schiacciata, era rivolta verso Pisa con la fiancata destra dilaniata. Tra i primi soccorritori ci sono stati i commilitoni di Solimine. L’allarme alla centrale operativa del 118 ha portato in pochi minuti sul luogo dell’incidente un’ambulanza della Misericordia di Pisa . Il personale medico ha tentato una rianimazione impossibile da concludere con successo. Il cuore del caporal maggiore si era già fermato al momento dell’impatto. Da ieri la salma è all’istituto di medicina legale. Il lutto. Tra polizia municipale e vigili del fuoco, a pochi metri dal corpo senza vita di Solimine ci sono i commilitoni in mimetica. Nessuna voglia di parlare, nemmeno per ricordare il caporal maggiore. Sguardo fisso sul telo bianco che copre la salma adagiata sulla lettiga dell’ambulanza usata per un salvataggio disperato. Il pensiero è all’amico che il destino ha tolto al reggimento, ma soprattutto all’amore di una moglie e a quello dei due figli. Il conducente della Megane. L’automobilista di Tirrenia è sceso dalla macchina senza una contusione. Sono bastati pochi attimi per capire cosa era successo. E allora il 45enne è stato colto da uno stato di choc che ha richiesto il trasferimento al pronto soccorso dove è stato medicato e dimesso in serata. Il magistrato deciderà l’iscrizione o meno sul registro degli indagati per il reato di omicidio colposo.


Il Tirreno ed. NAZIONALE
sezione: LIVORNO data: 27/1/2015 – pag: 17
Lo strazio della moglie: perché proprio a me?

«Dove è Alessandro?» Lo ripete conoscendo già la verità, ma non vuole crederci. Lo capisce e si convince quando nessuno le risponde. «Anche questo mi doveva accadere? Perché è successo proprio a me?» Le grida disperate della giovane moglie di Alessandro Solimine rompono quel silenzio composto che si forma sulla scena di un incidente mortale. Arriva da Marina quella che da ieri pomeriggio è una vedova con due figli piccoli da crescere. Non la fanno avvicinare al luogo dove si sono fermate le auto dello schianto mortale. C’è il comandante del Col Moschin con altri parà a farsi avanti per prendersi cura e proteggere la moglie del commilitone morto. Piange e urla la donna travolta da una tragedia che lascia sgomenti. La portano in uno di quei casottini lungo l’Arno usati per affittare i retoni per la pesca. Gli amici di Alessandro e i suoi superiori provano a consolarla per placare un dolore che strazia il cuore come quel grido che invoca un marito steso a poca distanza sull’asfalto coperto da un telo bianco. Ma lei continua a chiedere del marito. Non riesce ad accettare la notizia che le è arrivata da quella telefonata che alle cinque di un pomeriggio di gennaio le cambierà per sempre la vita.

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