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Pubblicato il 01/01/2019

RASSEGNA STAMPA: INTERVISTA AL CAPORALMAGGIORE PARACADUTISTA LUIGI CONGA

Puglia con le stellette

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 31.12.18
L’INTERVISTA

“Salto dall’aereo, mi lancio nel vuoto e mi sento libero”
La storia di Conga il foggiano campione di precisione

Caporalmaggiore dei paracadutisti ha all’attivo 7mila lanci. Aspettando i Mondiali

di Gaetano Campione



“Salto dall’aereo, mi lancio nel vuoto e mi sento libero”La storia di Conga il foggiano campione di precisione


La storia di Luigi Conga, caporalmaggiore paracadutista, pugliese doc (è di San Severo) è un mix di adrenalina e paura, gestito al meglio grazie ad un duro e meticoloso addestramento. Settemila lanci nel vuoto e una lunga serie di vittorie nel paracadutismo sportivo sono uno degli aspetti più significativi del suo curriculum.

Fare il paracadutista è da tutti?
Se intendiamo “fare il paracadutista sportivo” è una emozione unica e indimenticabile che consiglio a tutti e che può essere facilmente provata in qualunque Aeroclub civile. Se la domanda invece è “fare il paracadutista militare” la risposta potrebbe essere “per molti ma non per tutti”. Prima di essere un paracadutista militare bisogna essere un militare, quindi affrontare un duro percorso di addestramento che ti porta, attraverso mesi di preparazione, ad essere un buon soldato. Soltanto dopo di ciò si inizia l’addestramento per diventare un paracadutista militare. Ci vuole passione, dedizione e sacrificio… come in tutte le cose.

La vita è il lavoro del parà hanno sempre qualcosa di misterioso. È così?
Sarà perché indosso la divisa da 14 anni, ma non ci vedo nulla di misterioso. La vita del paracadutista è caratterizzata da forte passione… deve piacere. Per qualcuno può apparire un lavoro misterioso, probabilmente qualcuno ci crede pazzi perché ci lanciamo dagli aerei, ma in realtà siamo uomini e donne addestrati per assolvere il compito che ci viene assegnato.

Ci descrive una sua giornata lavorativa?
Non esiste una giornata “tipo” nel nostro lavoro, ogni giorno è diverso. Alcuni giorni vengono impiegati per l’addestramento nelle varie tipologie di lancio, altri per praticare attività fisica per il mantenimento dell’efficienza fisica e operativa. Altri più semplicemente per attività organizzative e logistiche.

L’ignoto le fa paura?
Credo che tutti abbiano un po’ paura di quello che non conoscono. La paura è quella che spesso ti tiene vivo. Ma anche questa, tramite l’addestramento, si impara a gestirla.

Ci racconta lo spirito del paracadutista?
Credo che le parole chiave per capire al massimo lo spirito del paracadutista militare possano essere spirito di corpo, altruismo, senso della disciplina e dovere.

Quanti lanci ha effettuato?
Circa 7000 di varie tipologie.

Il primo lancio non si scorda mai: quando e dove?
Il primo lancio è stato quello militare, nella provincia di Pisa nel 2005. Un’emozione indescrivibile, un mix di adrenalina e di paura. Ricordo ancora il primo pensiero che mi è passato per la testa all’imbarco sul velivolo: “Ma io non so volare”. Il decollo, la porta dell’aereo che si apre, il paesaggio che sembra piccolissimo, le nuvole, il rumore del vento e poi il “Via” nel vuoto. Un’attesa di pochi minuti che per la mia mente sembravano un’eternità. Balzato fuori dall’aereo, il silenzio, il vento sul viso e una voglia di volare immensa. Una volta atterrato la paura scompare e sale la voglia di salire ancora su quell’aereo per poter risaltare nel vuoto.

Uno salta da un aereo e a cosa pensa?
Al primo lancio pensi a cosa non può andare bene, al non saper “volare”. Dopo il primo aspetti solo di arrivare alla quota giusta per poter saltare fuori dall’aereo.

Come è il mondo visto da lassù?
Tutto sembra più piccolo e si possono apprezzare dei paesaggi fantastici che da terra è impossibile vedere.

La situazione più pericolosa che ha vissuto?
Per fortuna situazioni realmente pericolose non credo di averne vissute. Al massimo piccole anomalie durante il lancio che fuoriescono dalla normale procedura, che gestite tranquillamente e correttamente grazie all’addestramento, possono essere risolte in tutta sicurezza.

L’emozione indimenticabile?
Di emozioni forti ce ne sono state migliaia. Saltare dall’aereo …. lanciarsi nel vuoto ….. sentirsi libero. Ma quella che resterà per sempre nella mia mente e nel mio cuore è il lancio effettuato in tandem con mia sorella nel giorno del suo compleanno.


Lanci di precisione: il segreto per riuscirci?

La precisione in atterraggio è una disciplina che implica molto addestramento, ma soprattutto tanta “testa”. È una disciplina che mette a dura prova, non tanto sulla tenuta fisica, quanto su quella emotiva. Doti come concentrazione, determinazione e attenzione ai minimi particolari durante l’approccio al bersaglio sono fondamentali per emergere e vincere.

Se le chiedessero chi glielo fa fare cosa risponderebbe?
Risponderei nessuno! Però aggiungerei che se lo avessero provato non mi farebbero questa domanda. Mi viene in mente una frase di Leonardo da Vinci. “…dopo aver provato l’ebrezza del volo, quando sarai di nuovo con i piedi per terra, continuerai a vedere il cielo…”

La prossima competizione?
A metà aprile. Il nostro è uno sport che si pratica soprattutto nella bella stagione. Le prime gare serviranno a testare il livello dell’allenamento invernale in vista dei due campionati Mondiali che si terranno a maggio e ad ottobre

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