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Pubblicato il 08/04/2021

RASSEGNA STAMPA: LA DIFESA MISSILISTICA ITALIANA

Non solo Twister, cosa servirà alla difesa missilistica italiana
startmag.it
di Chiara Rossi

difesa missilistica

Chi c’era e cosa si è detto al webinar organizzato dall’Istituto affari internazionali “La difesa missilistica, l’Europa e l’Italia”

La difesa missilistica italiana così come quella dei principali paesi europei oggi non è in grado di contrastare i nuovi missili ipersonici.

Ma si sta correndo ai ripari.

L’Italia dovrebbe sviluppare infatti la prossima generazione dei sistemi di difesa missilistica a partire dal progetto Twister in ambito Pesco. Ovvero la cooperazione strutturata permanente in materia di difesa.

Va fatto dunque con una forte cooperazione europea e con l’obiettivo di mantenere il sistema pienamente integrato in ambito Nato.

È quello che è emerso durante il webinar di presentazione dello studio “La difesa missilistica dell’Europa e l’Italia: capacità e cooperazione” dello Iai. Al webinar sono intervenuti l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo, l’ad di Mbda Italia, Lorenzo Mariani, il presidente dell’Aiad, Guido Crosetto, il Capo di Stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, e il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.

“Solo l’alleanza Nato può fornire la cornice e la capacità per la difesa missilistica dell’Europa e quindi dell’Italia, ma è nell’Ue che Roma e i principali partner europei possono trovare la quadra tra sovranità operativa e tecnologica da un lato e aggregazione di investimenti ed economie di scala dall’altro”, ha precisato Alessandro Marrone, responsabile del Programma Difesa Iai e autore dello studio.

Tutti i dettagli.

LA DIFESA MISSILISTICA ITALIANA

L’importanza della difesa missilistica per l’Italia si declina in tre accezioni. “Importanza per la sicurezza del territorio nazionale, per i contingenti italiani in missione all’estero (37 in 25 paesi), per il sistema di alleanze di cui facciamo parte e più in generale per la difesa degli interessi nazionali in un quadro strategico segnato da un multipolarismo sempre più aggressivo”, ha spiegato Marrone, autore insieme a Karolina Muti dello studio Iai. “Tuttavia, per una serie di motivi, la difesa missilistica non è sempre stata una priorità per il paese a livello politico-strategico, con effetti negativi sullo stato delle relative capacità delle forze armate”.

“Il comando delle operazioni aeree dell’Aeronautica ha il mandato di sorvegliare la difesa dello spazio aereo nazionale, anche tramite la struttura di Poggio Renatico e il suo network di sensori. La maggior parte dei sistemi di difesa missilistica è operata dall’Esercito e dalla Marina. Il primo con il Samp-t e la seconda con il Saam e il Paams.”

“L’Integrated Air and Missile Defence (Iamd) dell’Europa è strutturalmente interforze e multinazionale nel quadro Nato. In Italia però tale integrazione a livello interforze non è soddisfacente — ha rimarcato Marrone —, rispetto a paesi come Francia e Regno Unito. In Italia la distribuzione delle responsabilità tra le Forze Armate prevale a scapito dell’interforze. L’impegno dell’Italia nelle missioni all’estero comporta impellenti requisiti di protezione delle forze a livello di teatro, come nel caso iracheno e libico. Ciò non deve farci dimenticare però che oggi la minaccia sta gravando sulla parte alta dello spettro e che la nuova frontiera tecnologica è rappresentata dai missili ipersonici”.

VECCIARELLI: “NEL PIENO DI UNA FASE DI PROLIFERAZIONE MISSILISTICA”

“La proliferazione missilistica non si ferma a Russia e Cina”, ha precisato Enzo Vecciarelli, Capo di Stato Maggiore della Difesa. Ha ricordato infatti quanto successo “in Arabia Saudita con lanci di sistemi missilistici dallo Yemen, in Nagorno Karabakh, ma anche i lanci dall’Iran così come la Corea del nord ha di recente effettuato dei test balistici verso il Giappone”.

“Stiamo vivendo una fase che vede la proliferazione missilistica avanzare anche con le ambizioni di entità non statuali. Investire nell’arsenale missilistico dà un grande ritorno sotto il profilo dell’efficacia rispetto al costo e impone a chi si deve difendere un coinvolgimento operativo e finanziario assolutamente rilevante. Dovendo effettuare una programmazione bilanciata con le risorse del Paese, il problema diventa rimanere flessibili affrontando dinamiche multi-dominio, dove la digitalizzazione ricopre un ruolo importante”.

“La Difesa ha recentemente aderito a uno sviluppo ulteriore del Samp/t — ha evidenziato Vecciarelli — con quella che si chiama la nuova generazione di questi sistemi missilistici, che sarà estesa dagli iniziali assetti che erano per l’Esercito e per la Marina anche per l’Aeronautica. Quindi una comunità di sistemi che ci porrà nelle migliori condizioni di difendere il territorio”.

“Allo stesso tempo abbiamo pensato, specialmente per i reparti nelle varie missioni, di dotarci di sistemi cruise myssile, in modo da disporre nel medio lungo periodo di disporre di adeguate contromisure per garantire la sicurezza del nostro personale”. Ci stiamo impegnando per realizzare una space situational awareness, perché è dallo spazio che arriveranno queste minacce. Così da poter dare il nostro contributo alla deterrenza dell’Alleanza, aderendo anche a programmi come il Twister della Pesco”.

IL PROGETTO TWISTER

Twister svilupperà entro il 2030 un intercettore europeo endo-atmosferico multi-ruolo. Cioè capace di rispondere tanto a obiettivi convenzionali come aerei da caccia di prossima generazione, quanto a minacce provenienti da missili balistici di manovra con distanze intermedie, missili da crociera ipersonici o supersonici, alianti ipersonici.

“FARE LA NOSTRA PARTE NEL TEMPEST”

“Ma vorremmo anche iniziare a fare la nostra parte e questo potrà essere fatto nel Tempest”, ha aggiunto il capo di Stato maggiore della Difesa. Ovvero il progetto di sistema di combattimento aereo del futuro di iniziativa britannica a cui hanno aderito l’Italia e la Svezia.

“Laddove una grande quantità di energia sarà a disposizione di questo sistema di sesta generazione — ha puntualizzato Vecciarelli — non escludo si possa pensare anche all’impiego di energia diretta all’avvistamento nella fase di lancio di missili di ultima generazione”

Inoltre, il capo di Stato maggiore della Difesa ha posto l’accento sull’”esigenza di dialogo e di cooperazione tra difesa e industria nazionale che è ben posizionata nel contesto e ha le capacità di entrare nei programmi di cooperazione sia europea sia Nato”.

LEONARDO: “NECESSARIO CHE PROGRAMMI COME TWISTER SIANO FINANZIATI NEL LUNGO PERIODO”

“Oggi i minaccianti sono avvantaggiati rispetto ai minacciati” , a sottolineato il numero uno di Leonardo Alessandro Profumo.

“Per le tecnologie coinvolte e la complessità delle minacce servono la stratificazione a più dimensioni nelle quali l’integrazione e l’interoperabilità sono fondamentali”. Leonardo vuole essere un player nel settore. “Il limite è in parte tecnologico, pronti a cooperare anche con partner non europei. E il limite è anche finanziario, ci può essere l’opportunità di muoversi dall’origine su base europee come il programma Twister per evitare duplicazioni”.

“A livello Ue, è fondamentale che progetti come il programma Twister (compreso nell’Edf) siano finanziati nel medio e lungo periodo. A livello industriale, lo sviluppo dei sistemi non può essere che a livello europeo e Nato” ha precisato Profumo.

AIAD: “FONDAMENTALE LA CERTEZZA DELLE RISORSE”

“Finora siamo stati avvantaggiati in questo settore, abbiamo persone e filiera con know-how” ha sottolineato Guido Crosetto, presidente Aiad. “Abbiamo uno strumento con il quale partecipare a questo settore che è Mbda, che è il principale strumento che esiste in Europa e il secondo nel mondo, quindi siamo avvantaggiati in qualsiasi possibile cooperazione”.

Il presidente dell’associazione che riunisce e rappresenta le imprese del settore difesa, ha ribadito l’importanza della certezza delle risorse e la continuità degli investimenti, come emerge dallo studio Iai.

“Normalmente le risorse destinate alla missilistica rappresentano un 3-4% del bilancio finale alla Difesa”. “La certezza delle risorse è dunque un fattore essenziale. Pertanto, per non sprecare il patrimonio industriale è necessario far seguire scelte specifiche e chiare, per costruire una tecnologia di nicchia.”

MBDA: “INEVITABILE UNA RISPOSTA EUROPEA ALLA MINACCIA EUROPEA”

Russia e Cina si stanno muovendo molto sull’ipersonico. “La risposta è di sistema, che coinvolge la componente radar, quella comando e controllo e l’intercettore, la parte che interessa Mbda”.

Per l’ad di Mbda Italia, Lorenzo Mariani, “Un sistema di contrasto alla minaccia ipersonica richiede necessariamente uno sforzo europeo”. “Questa è una sfida importante, che dovrà essere assistita da costanza nei finanziamenti.”

“Nel 2020-2021 gli Stati Uniti hanno speso 3 miliardi di dollari nelle tecnologie ipersoniche, anche se la componente difesa fosse solo il 20% stiamo parlando di numeri che per l’Europa sono ancora lontanissimi”. Il problema degli investimenti quindi esiste.

A proposito del consolidamento europeo, Mariani ricorda che Mbda è coinvolta nella componente intercettore del Twister. “All’interno dell’intercettore Mbda opera con la Francia, la Germania, l’Italia e la Spagna. Quattro su cinque nazioni di Mbda”.

NEL TWISTER “MANCA L’INGHILTERRA”

“Manca però l’Inghilterra”, ha evidenziato l’ad di Mbda. “La competenza maturata dall’Inghilterra nell’ambito di Mbda e nei programmi Meteor e Aster sia una componente irrinunciabile, non è tanto se l’Inghilterra debba partecipare al Twister. Semmai è come anche l’Inghilterra possa essere inclusa allo sviluppo di un sistema per contrastare la minaccia ipersonica” ha sottolineato Mariani.

GUERINI: “LA DIFESA MISSILISTICA INTEGRATA DELLA NATO È LA FORMA PIÙ EFFICACE DI DETERRENZA”

Infine, per il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, “la sicurezza nazionale del nostro Paese è saldamente tutelata nel quadro dell’Alleanza Atlantica. La difesa missilistica aerea integrata dell’Alleanza costituisce la forma più efficace di deterrenza e difesa per l’Europa” .

“La Nato sotto questo profilo sta adattando la propria postura anche a seguito dello sviluppo delle capacità missilistiche di cui si sarebbe dotata ad esempio la Russia, nel campo dei missili a raggio intermedio — ha aggiunto il ministro — la presenza di sistemi americani in Europa e in Turchia da un lato, e il comando militare integrato dall’altro, cementano il legame Transatlantico e in questo contesto i Paesi europei collaborano con gli Usa per rispondere alla sfida tecnologica posta dalla nuova generazione di sistemi missilistici”.

“Nel quadro della cooperazione europea i vari Paesi devono fare di più per sviluppare insieme le capacità militari da integrare nella deterrenza e nella difesa collettiva e dell’Alleanza Atlantica” ha concluso Guerini. “Lo sviluppo di capacità militari ambiziose e robuste richiedono una cooperazione perché nessuno stato europeo può svilupparle da sole, costruendo insieme queste capacità si rafforza la difesa europea in una logica di piena collaborazione nell’alleanza atlantica”.

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