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Pubblicato il 29/05/2021

RASSEGNA STAMPA: LA FIGLIA MARCELLA RICORDA LA SCOMPARSA DEL PADRE – L’INCURSORE PIETRO AMADIO – PIETRA D’ANGOLO DEL COL MOSCHIN

Il Tirreno ed.
sezione: LIVORNOCECINA data: 29/5/2021 – pag: 25

lutto ad antignano

Marcella Amadio ricorda il padre«Forte e coraggioso». Fondò il Col Moschin

Il babbo Pietro ha scalato un massiccio delle Ande Per quattro inverni è stato anche in missione in Antartide

Stefano Taglionelivorno. Con il Club alpino italiano ha scalato l’Huandoy, un massiccio delle Ande (in Perù) alto 6.395 metri. Mentre in Italia, sul monte Bianco, ha inaugurato una nuova parete attrezzandola per gli alpinisti con i suoi militari del “Col Moschin”, il nono reggimento d’assalto paracadutisti di cui è stato fra i fondatori. Livorno e l’Esercito italiano piangono Pietro Amadio, 88 anni, antignanese e padre della dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, Marcella Amadio, ex consigliera regionale e comunale a Livorno al tempo di Alleanza nazionale.Nato nel 1932 a L’Aquila, in Abruzzo, si è trasferito a Livorno dopo aver frequentato la scuola militare alla Cecchignola, a Roma. Dalla nostra città non se ne è mai andato, pur mantenendo saldi legami con l’Abruzzo, dove è sempre tornato per fare visita ai suoi parenti più prossimi e per il grande amore per la sua terra natìa.Un amore, quello per la regione del Centro Italia, che ha contagiato anche la figlia Marcella e il resto della famiglia. Amadio viveva da solo, sotto casa della figlia, e purtroppo negli ultimi tempi a causa di una malattia le sue condizioni di salute si sono progressivamente aggravate. Fino alla morte. L’uomo era rimasto vedovo da un anno, dopo la morte della moglie Onorina Boccabella, di professione maestra.Appassionato di scalate alpinistiche e sciatore di esperienza, con l’Esercito in veste di sottufficiale, negli anni Ottanta, ha partecipato alle compagne in Iraq e in Libano, mentre per quattro inverni (che là sono estati) per conto del ministero della Difesa era nel contingente nazionale nella base antartica, per facilitare ricercatori e geologi, data la sua esperienza con il ghiaccio. «Nel suo ambito – racconta la figlia Marcella – era un vero e proprio simbolo, un’istituzione. Io lo sapevo già, ma in questi giorni ricevendo tantissimi messaggi di cordoglio da parte dei suoi amici e delle persone che lo conoscevano, ne ho avuto la riprova. Babbo era una persona con forza e coraggio, mi ha trasmesso questi valori e molti dicono che ci assomigliamo, che da questo punto di vista siamo uguali».©

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