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Pubblicato il 09/02/2015

RASSEGNA STAMPA: LA GAZZETTA DI REGGIO EMILIA PARLA DEL CROLLO DELL’HANGAR BFU

Gazzetta di Reggio
sezione: PRIMO-PIANO data: 9/2/2015 – pag: 06
«Una catastrofe, non so se ripartiremo»
Crolla al Campovolo l’hangar con gli aerei di Edoardo Stoppa e soci: danni per un milione di euro


REGGIO EMILIA Il crollo risale alla notte tra giovedì e venerdì: quando su Reggio cadevano 40 centimetri di neve pesantissima. E i danni sono ingentissimi: almeno un milione di euro, a occhio e croce. Stiamo parlando dell’hangar della Bfu al Campovolo: ospitava i tre velivoli che ogni week end volavano sui cieli della città e lanciavano decine di appassionati paracadutisti che qui sono abituati ad arrivare un po’ da tutta Italia. Ieri mattina i tre soci della Bfu sono venuti per un sopralluogo: sono Paolo Haim, Franco Di Lorenzo e il volto noto di “Striscia la notizia”, Edoardo Stoppa. «E’ una catastrofe – sentenzia senza indugi Haim – quindici anni di lavoro andati in fumo». Difficile capire cosa non abbia funzionato, nella tenuta della struttura. «Era da più di 10 anni che c’era. E ci sono state altre nevicate. Non era mai successo niente. Forse stavolta ha avuto un peso anche il fatto che c’era vento» prova a ipotizzare. Intanto, però, lui e i soci devono fare i conti con danni davvero importanti. «Il Pilotus e il Cessna hanno avuto i guai peggiori» racconta. Il Pilotus avrebbe addirittura i piani di coda e le ali tranciate. E altri danni all’elica che renderebbero improbabile riuscire a recuperarlo. Adesso la parola passa ai periti per i risarcimenti che decideranno poi le assicurazioni. Ma Haim, Stoppa e Di Lorenzo non si fanno illusioni. «Vede – spiega Haim – è come quando uno ha un’auto vecchia e gli vanno addosso. I risarcimenti non saranno mai all’altezza. Il nostro Pilotus era vecchio, ma noi lo tenevamo come un gioiellino…». Per questo, gli umori sono tutt’altro che ottimisti. «Siamo pessimisti – dichiara infatti l’esperto paracadutista – Ancora non abbiamo deciso il da farsi. Vediamo cosa diranno i periti. Ma sì, c’è il rischio che non riusciremo a ripartire. Anzi, il rischio è davvero alto». Ieri a vedere i danni all’hangar sono andati in tanti. Appassionati, paracadutisti, sportivi: coloro che ogni fine settimana si riunivano al Campovolo per alzarsi in volo e gettarsi sulla città. Presenze fisse, che tutta la città era ormai abituata a vedere ogni sabato e domenica solcare il cielo. E ora sono quasi in lacrime di fronte a quella struttura squarciata da cui spuntano pezzi di aereo. Tramite i siti e soprattutto attraverso i social network, la notizia del danno all’hangar della Bfu ha fatto letteralmente il giro d’Italia. E al dispiacere per un danno che tutti comprendono essere importante si sta associando anche uno spontaneo sentimento di solidarietà, tanto che è giè partita una sottoscrizione di raccolta fondi affinché tutti possano dare un contributo. La causale della raccolta di aiuti sintetizza il senso dell’iniziativa: “Ricostruiamo un sogno”.

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